Un team di ricercatori ha analizzato quello che è sicuramente un momento molto particolare che un calciatore può passare durante una gara: tirare il calcio di rigore. Naturalmente i calciatori, quando devono effettuare un calcio di rigore, sono sotto pressione questa è cosa nota. Tuttavia il team di ricercatori ha voluto capire con un metodo un po’ più “scientifico” le principali emozioni, a partire dall’ansia, che l’atleta può manifestare durante la battuta in calcio di rigore e come esse possono influire sul risultato del calcio.
- L’esperimento cUn team di ricercatori ha analizzato quello che è sicuramente un momento molto particolare che un calciatore può passare durante una gara: tirare il calcio di rigore. Naturalmente i calciatori, quando devono effettuare un calcio di rigore, sono sotto pressione e questa è cosa nota. Tuttavia il team di ricercatori ha voluto capire con un metodo un po’ più “scientifico” le principali emozioni, a partire dall’ansia, che l’atleta può manifestare durante la battuta di un calcio di rigore e come esse possono influire sul risultato del calcio. L’esperimento con i calciatori
- I giocatori ad “alta pressione”
- I risultati
- Fattori di stress potrebbero essere diversi
- Note
- I giocatori ad ” alta pressione”
- I risultati
- Note
L’esperimento cUn team di ricercatori ha analizzato quello che è sicuramente un momento molto particolare che un calciatore può passare durante una gara: tirare il calcio di rigore. Naturalmente i calciatori, quando devono effettuare un calcio di rigore, sono sotto pressione e questa è cosa nota. Tuttavia il team di ricercatori ha voluto capire con un metodo un po’ più “scientifico” le principali emozioni, a partire dall’ansia, che l’atleta può manifestare durante la battuta di un calcio di rigore e come esse possono influire sul risultato del calcio.L’esperimento con i calciatori
Come spiega Louise Ellis, professoressa della Divisione di sport, esercizio fisico e sanità pubblica dell’Università di Huddersfield su The Conversation, i ricercatori hanno effettuato un esperimento su vari giocatori che dovevano tirare dei calci di rigore a quattro bersagli dentro una porta in condizioni di bassa pressione psicologica oppure di alta pressione psicologica.
In quella di bassa pressione i giocatori dovevano calciare la palla su un bersaglio a loro scelta e dovevano ripetere il tiro dal dischetto senza particolari “imposizioni”.
I giocatori ad “alta pressione”
In quella di alta pressione, invece, i giocatori dovevano partire dalla linea di metà campo e tornare a metà campo dopo ogni calcio di rigore. Questi giocatori, inoltre, dovevano ascoltare il rumore di una folla dagli spalti registrato durante un calcio di rigore (da alcuni altoparlanti), dovevano essere in concorrenza con altri partecipanti (con i risultati dei calci che venivano classificati) e dovevano essere sottoposti a valutazione video da parte di un allenatore.
Infine dovevano calciare la palla in bersagli obbligati e dovevano eseguire due calci di rigore con il portiere che sapeva dove doveva essere tirata la palla.
I risultati
I risultati erano molto interessanti. Quando erano sotto pressione i giocatori mostravano un aumento significativo dell’ansia cognitiva e della frequenza respiratoria. Inoltre quando erano sotto stress i giocatori sbagliavano di più nel calciare la palla nel bersaglio prestabilito.
Naturalmente c’erano risultati di tipo individuale, uno diverso dall’altro, ma in linea generale i giocatori che calciavano a bassa pressione erano più concentrati di quelli che calciavano ad alta pressione.
Fattori di stress potrebbero essere diversi
Ovviamente si tratta solo di un esperimento, i fattori di stress potrebbero essere diversi o potrebbero essere molti di più durante gare vere, come afferma la stessa Ellis nell’articolo, ma in ogni caso i risultati mostrano cose interessanti. Ad esempio mostrano che camminare della metà campo, dunque prendere una rincorsa più lunga, causava più distrazioni ai giocatori.
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Sports Sciences.[1]
Note
- Full article: The effect of a high-pressure protocol on penalty shooting performance, psychological, and psychophysiological response in professional football: A mixed methods study (DOI: 10.1080/02640414.2021.1957344)
on i calciatori
In quella di bassa pressione i giocatori dovevano calciare la palla su un bersaglio a loro scelta e dovevano ripetere il tiro dal dischetto senza particolari “imposizioni”.
Infine dovevano calciare la palla in bersagli obbligati e dovevano eseguire due calci di rigore con il portiere che sapeva dove doveva essere tirata la palla.
Naturalmente c’erano risultati di tipo individuale, uno diverso dall’altro, ma in linea generale i giocatori che calciavano a bassa pressione erano più concentrati di quelli che calciavano ad alta pressione.
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Sports Sciences.[1]
Come spiega Louise Ellis, professoressa della Divisione di sport, esercizio fisico e sanità pubblica dell’Università di Huddersfield su The Conversation, i ricercatori hanno effettuato un esperimento su vari giocatori che dovevano tirare dei calci di rigore a quattro bersagli dentro una porta in condizioni di bassa pressione psicologica oppure di alta pressione psicologica.
In quella di bassa pressione i giocatori dovevano calciare la palla su un bersaglio a loro scelta e dovevano ripetere il tiro dal dischetto.
I giocatori ad ” alta pressione”
In quella di alta pressione, invece, i giocatori dovevano partire dalla linea di metà campo e tornare a metà campo dopo ogni calcio di rigore. Questi ultimi, inoltre, dovevano ascoltare la registrazione del rumore di una folla dagli spalti durante un calcio di rigore (da alcuni altoparlanti), dovevano essere in concorrenza con altri partecipanti (con i risultati dei calci che venivano classificati) e dovevano essere sottoposti a valutazione video da parte di un allenatore.
Infine dovevano calciare la palla in bersagli obbligati e dovevano eseguire due calci di rigore con il portiere che sapeva dove doveva essere tirata la palla.
I risultati
I risultati erano molto interessanti. Quando erano sotto pressione i giocatori mostravano un aumento significativo dell’ansia cognitiva e della frequenza respiratoria. Inoltre quando erano sotto stress i giocatori sbagliavano di più nel calciare la palla nel bersaglio prestabilito.
Naturalmente c’erano risultati di tipo individuale, uno diverso dall’altro, ma in linea generale i giocatori che calciavano a bassa pressione erano più concentrati di quelli che calciavano ad alta pressione.
Ovviamente si tratta solo di un esperimento, i fattori di stress potrebbero essere diversi o potrebbero essere molti di più durante gare vere, come afferma la stessa Ellis nell’articolo, ma in ogni caso i risultati mostrano cose interessanti. Ad esempio mostrano che camminare della metà campo, dunque prendere una rincorsa più lunga, causava più distrazioni ai giocatori.
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Sports Sciences.[1]