L’aumento della temperatura notturna estiva può essere collegato ad un aumento di rischio per morti cardiovascolari e ciò sembra valere soprattutto per i maschi tra i 60 e i 64 anni secondo un nuovo comunicato di BMJ.[1] Uno studio è stato pubblicato su BMJ Open.[2]
Aumento delle temperature
È da molto tempo che i ricercatori si stanno concentrando sull’aumento delle temperature, in particolare di quelle estive, collegato ai ricoveri e ai decessi provocati da patologie cardiovascolari, visto anche il riscaldamento globale in corso e delle continue ondate di calore.[1]
I dati
I ricercatori dell’Università di Toronto, Canada, hanno realizzato un nuovo studio utilizzando i dati dell’Office for National Statistics relativi ai decessi di persone adulte causati da malattie cardiovascolari. I dati sono relativi al periodo tra il 2001 e il 2015 e riguardano persone che vivevano in Inghilterra e in Galles.
Inoltre hanno usato anche i dati di una contea statunitense (King County, Washington), un’area posta alla stessa latitudine dell’Inghilterra e del Galles che vanta caratteristiche atmosferiche, in particolare oceaniche, comparabili, e una bassa prevalenza di aria condizionata a livello residenziale. Infine hanno usato i dati meteorologici provenienti da vari uffici del Regno Unito degli Stati Uniti.
I dati riguardavano un totale di quasi 40.000 decessi per malattie cardiovascolari in Inghilterra e in Galles e 488 decessi nella contea King.[1]
I risultati
I ricercatori giungevano alla conclusione che l’aumento di un solo grado centigrado della temperatura notturna estiva poteva essere collegato ad un aumento del 3,1% del rischio di incorrere in un decesso per causa cardiovascolare negli uomini con un’età compresa tra i 60 e i 64 anni e non negli uomini più anziani o nelle donne.
In ogni caso i ricercatori notavano anche che i tassi di malattie cardiovascolari, complessivamente, tendevano a diminuire nel periodo di 15 anni, cosa che si spiega con più diffuse adozioni di terapie preventive e di accorgimenti, dovute evidentemente anche a politiche nazionali o locali più intensive in relazione ai rischi per l’apparato cardiovascolare.[1]
“Rischio residuo considerevole”
Tuttavia, anche a fronte di questa diminuzione complessiva, gli autori notavano comunque un “rischio residuo considerevole”. I dati, secondo i ricercatori, restano comunque preoccupanti perché diverse regioni popolose, come d’altronde quelle prese in esame, hanno mostrato un aumento continuo delle temperature medie estive notturne.[1]