I cambiamenti climatici, sostanzialmente il riscaldamento globale in corso, influenzeranno in maniera diretta l’equilibrio strategico mondiale e potrebbero portare, secondo un nuovo studio, ad un aumento dei conflitti armati.
La nuova ricerca, realizzata da esperti di vari istituti tra cui l’università di Stanford e quella di Exeter, prende soprattutto in considerazione l’ipotesi di un aumento delle temperature medie mondiali di più di 2° sopra i livelli preindustriali, ipotesi per nulla fuori dalla realtà visto le reazioni di molti stati al riscaldamento globale in corso.
Secondo gli scienziati dietro a questo studio, se le temperature salgono più di 2° centigradi, aumentano del 13% i rischi di conflitto armato e più le temperature salgono più questo rischio aumenta.
Il riscaldamento porterà infatti non solo a temperature più elevate ma anche a siccità e inondazioni che a loro volta procureranno veri e propri shock economici, ossia crisi economiche più o meno improvvise che metteranno in ginocchio in particolare gli stati più deboli e quelli le cui economie sono maggiormente basati sull’agricoltura.
In questi casi l’impoverimento diffuso e l’incapacità degli stati di affrontare queste situazioni potrebbero poi facilmente portare ad episodi di violenza così come è sempre avvenuto in quei casi in cui aumenta fortemente ed in maniera relativamente veloce la povertà o la diseguaglianza tra i gruppi sociali di una determinata regione o area.
Approfondimenti
- Climate as a risk factor for armed conflict | Nature (IA) (DOI: 10.1038/s41586-019-1300-6)