
Un’interazione tra cellule che risulterebbe molto importante per far sì che i linfociti T citotossici, cellule del sistema immunitario, possono contrastare con efficacia i tumori ovarici è stata individuata da un team di ricerca guidato da George Coukos, direttore del Ludwig Lausanne.[1]
Lo studio, pubblicato su Cancer Cell, prende in esame i linfociti T infiltranti (TIL) che possono eliminare le cellule tumorali dei tumori ovarici. Questi linfociti risiedono all’interno di isole che ospitano altre cellule immunitarie conosciute come cellule presentanti l’antigene (APC).[1]
A seguito di esperimenti con colture cellulari in laboratorio e con i topi, i ricercatori dimostrano nello studio che le APC, che supportano l’attività dei linfociti T infiltranti (TIL), stimolano una proteina conosciuta come CD28 che potenzia le loro funzionalità.
“Sapere di cosa hanno bisogno i TIL per sostenere un attacco immunitario ai tumori e cosa li porta a quello stato apre una finestra per nuovi approcci terapeutici al cancro ovarico, così come a una serie di altri tipi di cancro, che hanno resistito a lungo all’immunoterapia”, spiega lo stesso Coukos.[1]
Secondo quanto spiega il comunicato emesso dal Ludwig Cancer Research, i risultati raggiunti dal team di Coukos danno una spiegazione sul motivo per cui i linfociti T infiltranti, in particolare nelle isole tumorali, vengono collegati ad una prognosi migliore per i pazienti con cancro ovarico. Inoltre questi stessi risultati mostrano che “la co-stimolazione CD28 delle cellule T da parte delle APC non è un affare esclusivo dei linfonodi, ma si verifica anche nel cuore del tumore, all’interno delle isole tumorali, dove le cellule T impegnano le cellule tumorali per la distruzione”.
Questa interazione potrebbe rivelarsi molto importante per rendere più efficace la risposta immunitaria del corpo nei confronti di questi tumori. Inoltre questi stessi risultati suggeriscono, per la prima volta, che le cellule T non agiscono da sole ma vengono aiutate da nicchie mieloidi.[1]