
Un livello di respirazione ridotto può essere collegato all’esposizione a lungo termine all’inquinamento dell’aria secondo un nuovo studio presentato al congresso della European Respiratory Society.
Si tratta di una nuova ricerca che sottolinea ancora una volta, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quanto l’inquinamento atmosferico possa rappresentare un problema grave per la salute, in particolare per quella dei bambini.
In particolare secondo Qi Zhao dell’IUF di Dusseldorf, stanno aumentando sempre di più le prove secondo le quali l’esposizione all’inquinamento atmosferico rappresenti una minaccia seria per la salute respiratoria in particolare dei bambini.
Gli organi respiratori di questi ultimi, infatti, sono più vulnerabili in quanto i loro corpi sono ancora in fase di crescita. Il ricercatore, con i suoi colleghi, ha analizzato 915 bambini che vivono in due regioni della Germania. Ai bambini sono state fatte varie analisi nel corso del tempo fino a quando avevano 15 anni. Analizzando anche i dati relativi a quanta aria riuscivano a respirare al massimo tramite il loro respiro più profondo (capacità vitale forzata) e quanta aria riuscivano ad espirare in un secondo (volume espiratorio forzato), i ricercatori hanno scoperto un gruppo collocamento tra il livello di inquinamento atmosferico a cui venivano esposti i soggetti durante la loro crescita e le funzioni polmonari. L’impatto era ancora maggiore per quei bambini che soffrivano di asma.
Inoltre i risultati suggerivano anche un altro aspetto: i bambini allattati al seno sembravano avere danni minori dall’esposizione prolungata l’inquinamento atmosferico.
“I nostri risultati suggeriscono che i bambini che crescono respirando aria inquinata, anche a livelli inferiori alle normative UE, hanno una respirazione più scarsa man mano che crescono in bambini e adulti. Questo è preoccupante perché ricerche precedenti suggeriscono che i danni ai polmoni nel primo anno di vita possono influire sulla salute respiratoria per tutta la vita”, spiega Zhao.
Secondo un’altra ricerca, anch’essa presentata allo stesso congresso, quelle persone, anche adulte, esposte all’inquinamento dell’aria, anche a livelli non alti, per periodi misurabili in decenni hanno probabilità maggiori di contrarre l’asma.
Il risultato di questo secondo studio, secondo Shuo Liu dell’Università di Copenhagen, l’autore, “suggerisce che non esiste una soglia sicura per l’inquinamento atmosferico”.
Approfondimenti
- Exposure to air pollution within EU limits linked to impaired breathing in children and asthma in adults | European Respiratory Society (IA)
Articoli correlati
- 33% dei nuovi casi di asma infantile in Europa causato da inquinamento atmosferico (9/8/2019)
- Aria inquinata da combustione di carburanti altera vasi sanguigni polmonari (6/6/2019)
- Livelli di ferro più alti nei polmoni collegati a maggior gravità dell’asma (18/3/2020)
- Grasso può accumularsi anche nei polmoni e favorire asma secondo studio (18/10/2019)
- Inquinamento atmosferico aumenta rischio di demenza in particolare in chi già soffre di malattie cardiovascolari (3/4/2020)
- Bambini più a contatto con prodotti per pulizia della casa più a rischio di asma e respiro sibilante (19/2/2020)
- Sono milioni i bambini che sviluppano asma ogni anno a causa del traffico veicolare (12/4/2019)
- Vitamina D può proteggere dai sintomi di asma associati all’inquinamento nei bambini obesi (9/3/2019)