La riduzione del numero dei capillari sanguigni nella parte posteriore dell’occhio può essere un segno per diagnosticare in anticipo l’insorgenza dideterioramenti cognitivi e di condizioni quali il morbo di Alzheimer secondo uno studio pubblicato su PLOS ONE.
Secondo i ricercatori della Northwestern Medicine è possibile infatti rilevare cambiamenti vascolari anche sottili nell’occhio umano con interventi non invasivi adoperando una telecamera ad infrarossi e senza l’utilizzo dicostosi scanner MRI.
Grazie a nuove tecnologie tramite le quali è possibile accedere alla parte posteriore dell’occhio (angiografia OCT), è possibile infatti quantificare i cambiamenti capillari con estremo dettaglio e con una risoluzione definita dagli stessi ricercatori senza precedenti. Una volta che si riesce ad accedere ad una risoluzione così alta all’occhio, è possibile capire anche ciò che accade nel cervello.
Secondo Amani Fawzi, professore di oftalmologia alla Northwestern University, “questo approccio potrebbe potenzialmente fornire un ulteriore tipo di biomarker per identificare le persone ad alto rischio di progredire verso l’Alzheimer”.
Ciò si rivela molto importante in quanto per contrastare in modo più efficace l’Alzheimer bisogna agire in maniera preventiva e prima che i danni cerebrali si estendano e diventino non più recuperabili.
Insieme ad Amani Fawzi, altri autori della ricerca sono stati Yi Stephanie Zhang, Nina Zhou, Brianna Marie Knoll, Sahej Samra e Mallory R. Ward.
Fonti e approfondimenti
- Eyes reveal early Alzheimer’s disease – Northwestern Now (IA)
- Parafoveal vessel loss and correlation between peripapillary vessel density and cognitive performance in amnestic mild cognitive impairment and early Alzheimer’s Disease on optical coherence tomography angiography (IA) (DOI: 10.1371/journal.pone.0214685)