
Un’assunzione moderata e proporzionale di carboidrati e di grassi saturi può essere collegata ad un beneficio cardiovascolare, in particolare per quanto riguarda le malattie cardiovascolari, per le donne di mezz’età secondo uno studio condotto dai ricercatori della Monash University.
Gli studiosi hanno preso in considerazione un set di dati raccolti in Australia.[1] I risultati sono stati pubblicati in uno studio sul British Medical Journal.[2]
Risultati contraddicono letteratura scientifica precedente
Come rileva il comunicato della stessa Monash, si tratta di risultati che, almeno in parte, contraddicono i risultati della ricerca storica sull’argomento relativo al collegamento tra i grassi saturi e le malattie cardiovascolari. Questo studio, infatti, sembra suggerire che i grassi saturi, se assunti in maniera equilibrata, non hanno un collegamento definibile come significativo con la mortalità o con le malattie cardiovascolari.[1]
I dati
I ricercatori hanno usato i dati di 9899 donne provenienti dall’Australia con un’età compresa tra i 50 e i 55 anni. Le donne sono state seguite per 15 anni. Alla fine del follow-up i ricercatori contavano 1199 casi di malattie cardiovascolari e 470 decessi.[2]
I risultati
Analizzando i loro dati i ricercatori scoprivano che una maggiore assunzione di carboidrati poteva essere collegata ad un rischio cardiovascolare più basso. Inoltre non notavano un collegamento significativo tra l’assunzione di carboidrati e la mortalità oppure tra l’assunzione di grassi saturi e le malattie cardiovascolari.[1]
Inoltre, e qui c’è un’altra sorpresa, un aumento dell’assunzione di grassi saturi poteva essere collegato a probabilità più basse di sviluppare ipertensione, diabete mellito e obesità.[1]
Forse non sono state considerate le fibre
Si tratta effettivamente di un’incoerenza con la letteratura storica a livello scientifico sull’argomento. Secondo i ricercatori forse sono stati trascurati gli apporti dati dalle fibre che notoriamente contrastano la creazione di placche nelle arterie.[1]
Molti degli studi precedenti effettuati solo su maschi
Sarah Zaman, ex professoressa alla Monash e ora professoressa associata all’Università di Sydney, in effetti le controversie su quale sia la migliore dieta per contrastare le malattie cardiovascolari esistono ancora. Secondo la ricercatrice storicamente si è ritenuto che una dieta povera di grassi possa rivelarsi utile come metodo di prevenzione primaria ma molti di questi studi sono stati fatti principalmente su soggetti maschi oppure erano limitati per quanto riguarda i cambiamenti intrinseci tra i due generi. Proprio per questo, secondo la ricercatrice, ulteriori ricerche andrebbero fatte affinché le linee guida a livello dietetico per la prevenzione delle malattie cardiovascolari siano riformulate in base al genere sessuale.[1]
È solo un collegamento, non un nesso di causalità
Sarah Gribbin, la prima autrice dello studio, ricorda che i risultati mostrano solo l’esistenza di un collegamento e non un nesso di causalità. In pratica non si può dire che mangiando più grassi saturi oppure mangiandoli in maniera accorta, automaticamente si possono contrastare o prevenire le malattie cardiovascolari: “La nostra ricerca è puramente generatrice di ipotesi. Speriamo che i nostri risultati stimolare la ricerca futura sulla ricerca dietetica specifica per il sesso”, spiega la Gribbin nel comunicato della Monash.[1]
Note e approfondimenti
- Study finds moderate carbohydrate intake a cardiovascular benefit for women – Monash University (IA)
- Association of carbohydrate and saturated fat intake with cardiovascular disease and mortality in Australian women | Heart (IA) (DOI: 10.1136/heartjnl-2021-319654)
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