
Uno dei problemi dell’agricoltura è relativo al fatto che le colture rimanenti, tramite la decomposizione, rilasciano quantitativi notevole di carbonio nell’atmosfera. Questo carbonio può però essere catturato e riutilizzato per ottenere il carburo di silicio, un materiale che a livello industriale può essere considerato come prezioso. Eliminando un potenziale gas a effetto serra si può ottenere dunque un vantaggio a livello economico ed industriale.
È quello che descrivono, in un nuovo studio pubblicato su RSC Advances, un team di ricercatori dell’istituto Salk. I ricercatori sono riusciti a trasformare il tabacco e le bucce di mais in carburo di silicio e hanno descritto questo processo con dettagli senza precedenti nel nuovo studio, qualcosa che potrà rivelarsi utile in futuro.
I ricercatori hanno usato un metodo già precedentemente segnalato da altri studi per trasformare i vegetali e carburo di silicio. Questo metodo si divide in tre fasi: nella prima si coltiva il tabacco, nella seconda lo si congela, lo si macina fino a farlo diventare polvere e lo si tratta con alcuni particolari prodotti chimici tra cui uno contenente silicio. Nell’ultima fase, la terza, questa polvere, tramite una sostanza pietrosa, viene pietrificata e quindi si produce il carburo di silicio tramite riscaldamento fino a 1600° centigradi.
“La parte gratificante è stata che siamo stati in grado di dimostrare quanto carbonio può essere sequestrato da prodotti di scarto agricolo come le bucce di mais producendo un prezioso materiale verde tipicamente prodotto da combustibili fossili”, spiega Suzanne Thomas, ricercatrice del Salk ed una delle autrici dello studio.
Per produrre 1,8 g di carburo di silicio ci vogliono 177 kWh di energia. La maggior parte dell’energia, circa il 70%, viene usata per il forno durante la fase di pietrificazione. Questi costi energetici potrebbero però essere ridotti in futuro usando energie rinnovabili e quindi l’intero approccio potrebbe apparire ancora più ecologicamente responsabile.