
Esistono persone che non riescono ad assorbire in maniera adeguata la vitamina D. Si tratta di individui che soffrono di varie sindromi che hanno tutte in comune il malassorbimento dei grassi. Si va da quelle persone che hanno subito un intervento di bypass gastrico fino a quelle che soffrono di obesità. Un inadeguato assorbimento della vitamina D può portare, a sua volta, a varie altre patologie e condizioni tra cui l’osteoporosi (una condizione che vede perdita ossea e quindi un rischio maggiore di fratture) e l’osteomalacia (una condizione che vede un ammorbidimento delle ossa).[1]
In particolare i pazienti obesi non riescono ad assorbire in maniera adeguata la vitamina D in quanto quest’ultima viene “diluita” in sezioni di grasso corporeo più ampie e quindi non può essere assorbita a dovere.[1]
Secondo un nuovo studio, condotto da ricercatori della Scuola di Medicina dell’Università di Boston, la 25-idrossivitamina D3, una forma più idrosolubile di vitamina D3 conosciuta anche come calcidiolo, può rivelarsi utile per questi pazienti che soffrono di carenza di vitamina D.[1]
Michael F. Holick, un professore di medicina, fisiologia e biofisica nonché di medicina molecolare a Boston e autore corrispondente dello studio, spiega che questo metabolita della vitamina D sembra essere assorbito meglio da quelle persone che soffrono di malassorbimento dei grassi. Inoltre, come spiega il ricercatore, non essendo liposolubile non può essere diluito nel grasso del corpo e quindi i suoi livelli nel sangue possono essere mantenuti costanti per quanto riguarda le persone obese.[1]
Note e approfondimenti
- Study finds new and effective treatment for vitamin D deficiency (IA)
- pilot-randomized, double-blind crossover trial to evaluate the pharmacokinetics of orally administered 25-hydroxyvitamin D3 and vitamin D3 in healthy adults with differing BMI and in adults with intestinal malabsorption | The American Journal of Clinical Nutrition | Oxford Academic (IA) (DOI: 10.1093/ajcn/nqab123)
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