Cause dell’estinzione di massa del triassico riscritte grazie ai microbi

Diagramma grafico che mostra i fattori principali che stanno guidando il cambiamento ecologico globale attuale e quelli che hanno guidato un cambiamento relativamente simile alla fine del triassico (credito: Victor Lesh)

Si crede che l’estinzione di massa della fine del triassico, avvenuta poco più di 200 milioni di anni fa, sia stata causata dalla disgregazione del supercontinente Pangea, qualcosa che portò ad eruzioni di larga portata e di livello globale. Queste eruzioni causarono a loro volta l’immissione nell’atmosfera di grosse quantità di anidride carbonica e rese molto più acidi i mari.
In queste condizioni, gran parte delle forme di vita, sia terrestri che marine, scomparvero.

Tuttavia un nuovo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, mostra che questi eventi eruttivi avvennero più tardi di quanto calcolato precedentemente. La scoperta è stata fatta grazie all’esame approfondito di fossili molecolari, tracce fossili di sostanze chimiche a loro volta derivate dai microbi nelle acque preistoriche.
Tradizionalmente questa estinzione di massa viene collocata a 201 milioni di anni fa. Gli studiosi sono più o meno tutti concordi anche perché si è fatto ricorso alle analisi di diverse rocce che hanno mostrato firme chimiche abbastanza distintive con isotopi di carbonio che suggeriscono che fu proprio in questo periodo che l’atmosfera globale cambio.

Tuttavia i ricercatori, come specificano su The Conversation, spiegano che questo nuovo studio mette in discussione questa ipotesi e queste date. I ricercatori, invece di analizzare le tracce chimiche carboniche nelle rocce, hanno analizzato le firme chimiche cambiate da fiorenti comunità di microbi. Sarebbero state, infatti, proprio queste ultime a provocare il cambiamento chimico all’interno delle stesse rocce analizzate da ricerche precedenti, principalmente quelle del canale di Bristol, Regno Unito.
Queste specie di microbi si sono diffuse proprio quando le acque diventavano da salate a salmastri o dolci e quando il livello dell’acqua del canale scese al di sotto di un certo livello, fin quasi a formare delle pozzanghere.

Gli scienziati, secondo gli autori di questo studio, hanno scambiato questo evento per un’estinzione di massa: le creature marine non scomparvero dalla documentazione fossile perché si estinsero ma semplicemente perché non erano più marine. Fu una tregua comunque breve perché poi il fenomeno vulcanico cataclismico si verificò ma non nel periodo stimato precedentemente dagli scienziati e probabilmente non fu questa la causa principale della stessa estinzione di massa che coinvolse tutto il globo.

Non è la prima volta che si analizzano “tappetini” di resti di lipidi o di sostanze rilasciate dai microbi per scopi geologici simili. Ad esempio nel cratere Chicxulub nel Golfo del Messico è stata fatta più o meno la stessa cosa.
Ritornando all’estinzione della fine del triassico, sapere che non fu effettivamente e direttamente causata da eruzioni vulcaniche globali ma piuttosto da cambiamenti ambientali, benché enormi e di natura globale, dovrebbe farci riflettere e dovrebbe stimolarci ancora di più a tentare di comprendere le minacce che gli ecosistemi della Terra hanno dovuto affrontare in passato e probabilmente dovranno affrontare anche nel nostro futuro.

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