Cavi ottici distesi sui fondali marini utilizzabili come strumenti sismografici

I ricercatori hanno utilizzato 20 km di un cavo ottico sottomarino al largo della California per analizzare le zone di faglia sotto la baia di Monterey (credito: Nate Lindsey)

I cavi sottomarini per le telecomunicazioni, soprattutto quelli per le comunicazioni con le fibre ottiche, potrebbero essere utilizzati per studiare meglio i terremoti sottomarini e in generale tutte le strutture geologiche che si nascondono sotto la superficie dell’oceano, perlopiù inesplorata.

Secondo lo studio pubblicato da ricercatori dell’Università della California, di Berkeley, del Berkeley lab, del Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI) e della Rice University è infatti possibile eseguire analisi di questo tipo analizzando le dispersioni sismiche con i cavi a fibre ottiche.
I ricercatori hanno già svolto un esperimento utilizzando 20 km di fibra ottica sottomarina trasformandoli in circa 10.000 stazioni sismiche situate sul fondo dell’oceano.

L’esperimento, durato quattro giorni, è stato svolto nella Baia di Monterey ed ha permesso ai ricercatori di registrare con buona precisione un terremoto di magnitudo 3,5 oltre che dispersioni sismiche varie dalle zone di faglia subacquee.
Sui fondali marini esistono pochissime stazioni sismiche e dunque il controllo dei terremoti sottomarini non è per nulla paragonabile a quello dei terremoti che si sprigionano sulla terraferma. I maremoti sono molto più imprevedibili proprio perché molto meno studiati e perché sono poche le strumentazioni adatte.

Secondo Nate Lindsey, una studentessa universitaria di Berkeley e autrice principale dello studio, c’è un bisogno enorme di strumenti per effettuare analisi sismologica dei fondali marini e che proprio per questo qualsiasi strumentazione posta sui fondali dei mari può rivelarsi utile.
Secondo Jonathan Ajo-Franklin, professore di geofisica alla Rice e scienziato della Berkeley Lab, si tratta di uno studio che ci porta alla “frontiera della sismologia”, in quanto è la prima volta che si utilizzano cavi in fibra ottica distesi sui fondali del mare per ricevere segnali oceanografici o sismologici riguardanti le strutture di faglia, una ricerca importante perché uno dei più grossi punti vuoti nella rete sismografica mondiale è rappresentata proprio dagli oceani.

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