
Un buco nero di dimensioni considerabili come “modeste” è stato individuato da un team di ricerca che hanno analizzato i dati del Very Large Telescope (VLT). L’individuazione è stata effettuata grazie agli strani movimenti e alla deformazione di una stella che si trova proprio nelle immediate vicinanze del buco nero. Lo studio è importante non tanto per la scoperta ma perché è la prima volta che questo metodo, già teorizzato molte volte, è stato usato per scoprire un buco nero che si trova al di fuori della nostra galassia.
Metodo che sarà sempre più usato in futuro per scoprire buchi neri
Si pensa che questo stesso metodo, che analizza le anomalie gravitazionali e i livelli di deformazione di una stella orbitante intorno ad un buco nero (o meglio, con un buco nero visto che hanno un centro di gravità comune), possa essere usato più efficientemente in futuro per individuare i buchi neri, sia nella nostra galassia che, come questo studio dimostra, al di fuori di essa.
Nella nostra galassia dovrebbero essere tantissimi ma il problema è sempre lo stesso: un buco nero non emette alcuna luce e quindi è praticamente impossibile individuarlo se intorno non ha nulla.
Buco nero si trova nella Grande Nube di Magellano
Il sistema binario si trova nell’ammasso stellare NGC 1850, a sua volta situato nella Grande Nube di Magellano, una delle galassie satelliti vicini alla Via Lattea. La distanza del sistema da noi è di circa 160.000 anni luce.
I ricercatori sono riusciti a calcolare anche la massa del buco nero che dovrebbe essere di almeno 11 volte quella del Sole. La stella, invece, dovrebbe avere una massa di 5 masse solari.
Analizzata distorsione della stella
I ricercatori sono giunti alla conclusione che deve esistere un buco nero in quanto hanno analizzato i livelli di distorsione della forma della stella. La distorsione è causata dalla forza gravitazionale del buco nero che, tra l’altro, modifica in parte anche l’orbita della stella stessa.
Metodo del rilevamento dei bagliori di raggi X
In passato erano stati individuati buchi neri extragalattici di massa stellare. Ciò era avvenuto, però, con un altro metodo: il rilevamento dei bagliori di raggi X che avviene quando risucchiano qualcosa. Con questo metodo avvengono praticamente sempre rilevamenti “fortuiti” in quanto bisogna osservare il buco nero “al momento giusto”.
Strumenti diverranno sempre più sofisticati
Con gli strumenti che diverranno sempre più sofisticati, come spiega Stefan Dreizler, uno dei ricercatori dell’Università di Göttingen, Germania, che ha effettuato la scoperta, in futuro sarà possibile individuare buchi neri di stazza simile anche solo analizzando l’effetto gravitazionale che possono avere su un oggetto vicino.
In questo caso non sarà obbligatorio osservare il buco nero al momento giusto, ma sarà solo necessaria la presenza di un oggetto, possibilmente una stella, intorno ad esso.
“Ogni singolo rilevamento che faremo sarà importante per la nostra futura comprensione degli ammassi stellari e dei buchi neri al loro interno”, spiega Mark Gieles, ricercatore dell’Università di Barcellona, Spagna, che ha partecipato allo studio.