
Un gruppo di ricercatori del Johns Hopkins Medicine afferma, in un lavoro pubblicato sulla rivista Brain, di essere riuscito a trapiantare con successo cellule staminali cerebrali nel cervello di un topo e senza l’utilizzo di farmaci antirigetto.
Proprio il mancato utilizzo di questi farmaci, nel caso lo stesso metodo possa essere applicato anche sugli esseri umani, potrebbe far avanzare il campo di ricerca delle cellule staminali cerebrali, in particolare per quelle terapie che si attuano sui bambini che sono nati con una rara classe di malattie genetiche.
In queste malattie la mielina, ossia il rivestimento protettivo dei neuroni, non arriva a formarsi normalmente. Si tratta di una patologia rara che colpisce circa un bambino su 100.000 negli Stati Uniti. Una di esse è la malattia di Pelizaeus-Merzbacher.
Per giungere a questo risultato, Piotr Walczak, professore di radiologia e scienze radiologiche, ha iniettato, insieme al suo team, nel cervello dei topi cellule gliali per produrre autonomamente la guaina mielinica intorno ai neuroni.
Con una particolare fotocamera specializzata per catturare le immagini del cervello dei topi, i ricercatori scoprivano che uno dei gruppi di roditori che hanno trattato mostrava che le cellule gliali iniettate nel cervello duravano per oltre 203 giorni, cosa che dimostrava che non erano state eliminate dal sistema immunitario del topo.
E non solo non erano state eliminate ma assumevano la loro normale funzione di protezione dei neuroni popolando le parti appropriate del cervello.
“Interpretiamo questo risultato come un successo nel bloccare selettivamente le cellule T del sistema immunitario dall’uccisione delle cellule trapiantate”, riferisce Shen Li, l’autore principale dello studio.