Secondo un nuovo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, le centrali eoliche galleggianti, ossia quelle poste nel mare aperto, dell’Atlantico settentrionale potrebbero soddisfare le esigenze energetiche per tutta l’umanità. Lo studio fa infatti intendere che sfruttare il vento presente sui mari e sugli oceani potrebbe essere determinante per mettere definitivamente la parola fine all’utilizzo di combustibili fossili.
Secondo Anna Possner, ricercatrice della Carnegie Mellon University ed uno degli autori dello studio, le centrali eoliche sugli oceani sono particolarmente efficienti nello sfruttare il vento rispetto alle centrali eoliche terrestri.
Le centrali eoliche sulla superficie del mare possono essere considerate una novità in quanto a sfruttamento di energia rinnovabile proveniente dal vento. I primi esemplari di turbine galleggianti sul mare sono stati inaugurati al largo della costa occidentale della Norvegia questa estate. Le turbine si reggono sull’acqua grazie a delle enormi zavorre subacquee e a dei cavi di ormeggio collegati a fondo marino.
I motivi legati ad una maggiore efficienza di queste turbine e in generale ad una velocità del vento maggiore sulla superficie del mare rispetto alla superficie terrestre non sono stati fino ad adesso ben chiari. Si pensava infatti che sulla terraferma il vento fosse più debole a causa delle costruzioni e degli edifici e proprio per questo non sembrava una buona idea realizzare ulteriori costruzioni in mare per sfruttare il vento.
Tuttavia la nuova ricerca si concentra sulle differenze di temperatura delle superfici oceaniche che sarebbero le ragioni per cui il vento sulla superficie del mare risulta maggiore rispetto a quello della terraferma.
Fonti e approfondimenti
- Huge energy potential in open ocean wind farms in the North Atlantic | Carnegie Institution for Science (IA)
- Crediti immagine: Untrakdrover, commons.wikimedia.org/wiki/File:Agucadoura_WindFloat_Prototype.jpg