Cervello umano si sta restringendo secondo nuovo studio: è un adattamento all’obesità?

Credito: Lightspring, Shutterstock, ID: 1465039376

I cervelli degli esseri umani si starebbero restringendo in dimensioni rispetto a quelli degli uomini del passato. È la particolare conclusione di uno studio pubblicato su Brain, Behavior and Evolution e realizzato da Jeff Morgan Stibel. Nei confronti degli esseri umani del pleistocene, come spiega Stibel, le dimensioni del cervello umano sembrano essere diminuite ma lo stesso ricercatore ammette che le conseguenze di questo restringimento sulle funzioni cognitive dell’uomo moderno sono ancora sconosciute, nel caso ci fossero. Secondo il ricercatore le cause del restringimento del cervello potrebbero essere ricondotte agli aumenti recenti dei tassi di obesità.

Massa del cervello dell’uomo anatomicamente moderno

La massa del cervello dell’uomo anatomicamente moderno sembra essere lentamente diminuita nel corso degli ultimi 50.000 anni mentre, nel corso degli ultimi 4 milioni di anni, le dimensioni del corpo, invece, sono aumentate con il cervello che invece cresceva in maniera sproporzionata rispetto al corpo.

I dati

Il ricercatore ha incluso nello studio i dati dei vari campioni prelevati da resti di scheletri umani dell’olocene e del tardo pleistocene. Tramite le analisi di questi campioni il ricercatore ha realizzato delle stime delle dimensioni del cranio di umani vissuti in vari momenti storici. Insieme a questi resti ha analizzato anche i dati relativi a diverse autopsie di 19 soggetti umani morti tra il 1980 e il 1982.
Infine il ricercatore ha analizzato anche diversi studi precedenti che si concentravano sulle abilità cognitive onde cercare eventuali impatti dei cambiamenti delle dimensioni del cervello negli esseri umani su questo tipo di funzioni.

Cervello è diminuito in dimensioni del 5,415%

Il ricercatore scopriva che il cervello è diminuito in dimensioni del 5,415%. L’encefalizzazione dell’Homo sapiens sarebbe stata caratterizzata da riduzioni significative soprattutto durante il periodo moderno. Il ricercatore notava che, considerando gli ultimi 50.000 anni, il livello di encefalizzazione è rimasto più o meno stabile tranne che per gli esseri umani moderni.
Notava inoltre che gli esseri umani moderni hanno registrato anche un aumento dell’indice di massa corporea. Collegare le due cose, dunque, diventa quasi automatico: secondo Stibel il restringimento del cervello sarebbe da ricondurre ad una risposta evolutiva da parte della fisiologia umana all’aumento dell’indice di massa corporea.

Effetto Flynn

Tuttavia il ricercatore nota anche un aumento generale del livello di intelligenza e d’istruzione, in particolare nel corso dell’ultimo secolo, miglioramenti che potrebbero almeno in parte compensare, a lungo termine, queste tendenze genetiche.
Il ricercatore, inoltre, crede che ci siano segni che mostrano una inversione possibile dell’effetto Flynn . Si tratta di un fenomeno secondo il quale i fattori ambientali hanno un impatto positivo, a lungo termine, sull’intelligenza umana, cosa che è accaduta nel corso delle ultime centinaia di anni. Come fa notare il ricercatore, nel corso degli ultimi trent’anni, in varie parti del mondo, si sono registrate diminuzioni importanti dei quozienti d’intelligenza, anche nelle nazioni industrializzate. Quindi i miglioramenti ambientali e in generale esterni potrebbero non compensare il restringimento del cervello in corso, come spiega PsyPost.

Note e approfondimenti

  1. Brains are getting smaller in modern humans (IA)
  2. Decreases in Brain Size and Encephalization in Anatomically Modern Humans – FullText – Brain, Behavior and Evolution 2021, Vol. 96, No. 2 – Karger Publishers (IA) (DOI: 10.1159/000519504)
Condividi questo articolo

C’è un errore?

Hai trovato un errore in questa pagina? Segnalacelo!

Disclaimer notizie

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L’autore non è responsabile di altri siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.

Notizie scientifiche.it usa i cookie per migliorare l'esperienza di navigazione (Leggi di più)


Dati articolo