
Un intenso riscaldamento globale, abbastanza simile a quello che si prevede dovrebbe apparire entro il 2100 non si prendesse alcuna precauzione o non si mettesse in atto alcuna azione di contrasto nei confronti di quello attuale, è avvenuto sulla Terra tra 15 e 17 milioni di anni fa.
In questo periodo la Terra fu caratterizzato da una temperatura media di 3-4° in più rispetto alla media precedente.
Si è trattata di una fase di riscaldamento che ha perlopiù lasciato perplessi geologi e i climatologi che non sono riusciti a trovare una causa iniziale né una finale.
Quello che si sa ed è già noto è che durante questo periodo ci sono state molte eruzioni vulcaniche che hanno coperto varie aree del Pacifico nordoccidentale degli Stati Uniti con i cosiddetti basalti, una tipica roccia vulcanica.
Quasi contemporaneamente, lungo la costa della California, si creò uno strato roccioso ricco di petrolio noto come Formazione di Monterey, a seguito del decesso di massa della vita marina ricca di carbonio (estinzione del Miocene Medio).
In un nuovo studio, pubblicato su Nature Communications, un team di scienziati ha inteso capire di più analizzando proprio i fossili degli animali marini prelevati da vari siti nell’oceano Pacifico, in quell’Atlantico in quello indiano.
In tal modo hanno rilevato le temperature e i livelli di carbonio dell’acqua marina in quei periodi.
I risultati mostrano che le massicce eruzioni vulcaniche rilasciano grosse quantità di anidride carbonica nell’atmosfera innescando un abbassamento considerevole del pH degli oceani. Ciò portò a sua volta ad un aumento delle temperature del mare e quindi delle temperature globali pressoché tutto il mondo.
Questa fase di riscaldamento globale, che i ricercatori hanno denominato Optimum Climatico del Miocene (Miocene Climatic Optimum) terminò poi grazie alle grandi quantità di carbonio che si accumularono a seguito della morte degli organismi marini: si innescò un trasferimento del carbonio vulcanico dall’atmosfera all’oceano, questo per decine di migliaia di anni.
Questo contribuì a rimuovere parte dell’anidride carbonica dall’atmosfera e ciò contrasto l’azione di emissione della stessa anidride carbonica dai vulcani, riportando poi le temperature alla normalità.
“Grazie alle nostre scoperte ora abbiamo un quadro molto chiaro di ciò che stava accadendo oltre 14 milioni di anni fa e questo cambierà il modo in cui gli scienziati guardano a questo periodo di riscaldamento globale”, rileva Sindia Sosdian, ricercatrice dell’Università di Cardiff che ha partecipato allo studio.
“Sappiamo che il nostro clima attuale si sta riscaldando molto più velocemente del Miocene Climatic Optimum, quindi non saremo in grado di fare affidamento su questi feedback naturali lenti per contrastare il riscaldamento globale. Ma questa ricerca è ancora importante perché ci aiuta a capire come funziona il nostro pianeta quando è in modalità calda”.