
Gli studi in campo genetico sulla longevità sono sempre più numerosi. In particolare gli scienziati vogliono capire quali sono quei geni responsabili della resistenza e dell’efficienza del DNA stesso.
In un nuovo studio, disponibile su Cell, un gruppo di ricercatori dell’università di Rochester annuncia di aver ottenuto varie prove riguardo al fatto che la chiave della longevità umana risiede in un gene. Nello specifico hanno scoperto che il gene sirtuina 6 (SIRT6), già noto perché essenziale per lo sviluppo e la sopravvivenza post-natale nei topi, è responsabile della riparazione del DNA, cosa che di per sé è alla base di una vita più lunga.
Il DNA, infatti, man mano che gli esseri umani, così come i mammiferi, invecchiano, è sempre più soggetto a rotture che possono portare a cambiamenti genetici e a mutazioni che possono provocare a loro volta ad esempio il cancro. Queste rotture sono pressoché inevitabili anche se determinati comportamenti, come il vizio del fumo, possono accelerarne i processi.
In particolare le rotture del doppio filamento (double-strand breaks, DSB) sono inevitabili e con l’invecchiamento accadono anche nelle persone più sane, come riferisce Dirk Bohmann, professore di genetica biomedica ed uno degli autori della ricerca insieme a Vera Gorbunova e Andrei Seluanov.
SIRT6, un gene già conosciuto e chiamato anche “gene della longevità”, svolge un ruolo importante nel reclutare gli enzimi che riparano il DNA rotto.
Secondo i ricercatori, chi vive più a lungo potrebbe aver prodotto, tramite evoluzione, riparatori del DNA più efficienti.
Onde testare questa teoria, hanno analizzato la riparazione della DNA in 18 specie di roditori con una vita media che va dai tre anni ai 32 anni. I roditori con una vita più lunga erano caratterizzati da una riparazione del DNA più efficiente in quanto i prodotti dei loro geni SIRT6, ossia le proteine SIRT6, risultano più potenti.
Il gene sembra essersi co-evoluto con la longevità, diventando più efficiente in modo che le specie con un SIRT6 più forte possano vivere più a lungo.
Esistono per esempio specie di mammiferi che vivono ancora più a lungo degli umani, come la balena della Groenlandia (Balaena mysticetus), che può vivere anche più di 200 anni. Questi animali devono aver sviluppato geni SIRT6 ancora più robusti.
Studi del genere potrebbero risultare utili per prevenire malattie legate all’età negli esseri umani.