
C’è un principio della fisica, descritto per la prima volta dal matematico e scienziato Roger Penrose, secondo cui dato il passato e il presente non è possibile costruire più di un unico futuro, seguendo le leggi fisiche dell’universo. Questo significa che il passato determina in maniera univoca il futuro.
Il concetto è collegato ai buchi neri, al centro dei quali si pensa ci sia una singolarità che ha a che fare non solo con lo spazio ma anche con il tempo.
Secondo una nuova ricerca, pubblicata su Physical Review Letters e condotta da Peter Hintz, fisico dell’Università di Berkeley, alcuni calcoli matematici mostrano che possono esistere particolari buchi neri, anche nel nostro universo, in cui è possibile sopravvivere al passaggio da un mondo deterministico ad un contesto non deterministico.
In sostanza, chi entra in contatto con le singolarità presenti in questi buchi neri vede il proprio passato cancellato e va incontro ad un futuro non prevedibile perché ha di fronte a sé un numero infinito di futuri possibili, qualcosa che è molto difficile anche solo da immaginare.
Secondo molti fisici, però, esiste una “censura cosmica” che impedisce ad un osservatore esterno non di entrare fisicamente in un buco nero, ossia di superare il cosiddetto orizzonte degli eventi (i buchi neri più grandi massicci, secondo gli scienziati, potrebbero permettere ad un esploratore esterno di superare l’orizzonte degli eventi senza troppi patemi) ma di arrivare alla singolarità centrale, ossia una regione dello spazio tempo in cui il futuro non è determinato in modo univoco.
Lo stesso fisico ci tiene però a precisare che questa scoperta teorica non rinnega le equazioni di Einstein della relatività generale e specifica che si tratta, sostanzialmente, sono di un concetto matematico: “Nessun fisico andrà in un buco nero e lo misurerà. Questa è una questione matematica. Ma da questo punto di vista, questo rende le equazioni di Einstein matematicamente più interessanti. Questa è una questione che si può veramente studiare solo matematicamente, ma ha implicazioni fisiche, quasi filosofiche, che lo rendono molto interessante.”
Quelli presi in considerazione da Hintz appartengono ad una particolare categoria di buchi neri, quelli standard non rotanti con carica elettrica, una tipologia di buco nero che vanta un orizzonte degli eventi definito come “orizzonte di Cauchy”.
Secondo lo scienziato, il concetto secondo cui tutta l’energia e la materia che va incontro a questi particolari buchi neri colpisce l’orizzonte di Cauchy nello stesso momento secondo la prospettiva di un osservatore che ha superato detto confine non è applicabile in un universo come il nostro. Secondo Hintz, in un universo in espansione che sta accelerando lo spazio tempo viene smembrato sempre di più e la maggior parte dell’universo si trova così distante che non va ad influenzare il buco nero.