Un nuovo studio di metanalisi riguardante la cicoria giunge alla conclusione che questa verdura può rivelarsi molto utile per supportare la crescita dei bifidobatteri all’interno dell’intestino.[1] Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Food Science and Nutrition.[2]
Come spiegano i ricercatori nell’abstract, lo studio ha voluto valutare gli effetti di alcuni fruttani come l’inulina (carboidrati di fruttosio che sono presenti anche nella cicoria oppure in integratori alimentari) sul corpo umano. Per fare questo hanno analizzato diversi altri studi condotti in precedenza.
L’analisi suggeriva che anche sette giorni di una integrazione con fruttani come l’inulina presente nella cicoria può produrre un aumento dei Bifidobacterium. Ciò avveniva in vari partecipanti con un’età compresa tra tra 0 e 83 anni (per un totale di 2525 partecipanti divisi in 50 studi). Secondo i ricercatori l’effetto bifidogenico di questi composti presenti nella cicoria può “influenzare beneficamente la funzione intestinale in individui sani”.
Cosa sono i bifidobatteri?
I bifidobatteri (Bifidobacterium) sono un genere di batteri presenti nel tratto gastrointestinale, uno dei più importanti tra tutti i generi di batteri che vanno a comporre il microbioma intestinale umano.
Hai trovato un errore in questa pagina? Segnalacelo!
Disclaimer notizie
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
L’autore non è responsabile di altri siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.
Notizie scientifiche.it usa i cookie per migliorare l'esperienza di navigazione (Leggi di più)
Il tempo che i bambini trascorrono in famiglia insieme ad un cane può essere collegato ai rischi di una delle più note malattie infiammatorie intestinali, il morbo di Crohn, secondo [leggi tutto]
Un additivo comunemente utilizzato negli alimenti, la carbossimetilcellulosa, può causare l’alterazione del microbiota intestinale secondo un nuovo studio pubblicato su Gastroenterology e secondo il comunicato dell’Università Statale della Georgia, Stati [leggi tutto]
A seguito di esperimenti condotti sui topi, un team di ricercatori dei National Institutes of Health giunge alla conclusione che una classe di virus intestinali, conosciuti soprattutto perché, tra i [leggi tutto]
Il microbioma intestinale è presto diventato uno dei principali argomenti di studio in ambito biologico e non passa giorno che non venga sfornata una nuova ricerca al riguardo. Un nuovo [leggi tutto]
Farmaci antidepressivi ed altri farmaci psichiatrici possono cambiare il microbioma intestinale nei ratti. Questo è il risultato di un nuovo studio presentato alla conferenza dell’European College of Neuropsychopharmacology (ECNP) di [leggi tutto]
Un additivo alimentare relativamente comune provoca effetti molto negativi sulla salute dei topi. È la scoperta effettuata da un gruppo di ricerca dell’Università del Massachusetts ad Amherst. Nella loro ricerca [leggi tutto]
Si parla di percentuali “sorprendentemente alte” nel comunicato relativo ad un nuovo studio, pubblicato sull’International Journal of Obstetrics & Gynecology, incentrato sulla gravidanza e sulle correlazioni con la stitichezza, anche [leggi tutto]
I microbi presenti nei nostri intestini, definiti come il “microbioma intestinale”, possono arrivare a regolare anche le funzioni esocrine ed endocrine del pancreas nonché la produzione degli ormoni nel tratto [leggi tutto]
Nel nostro intestino il microbioma, ossia tutti quei microbi e i microrganismi che hanno fatto di quest’organo la loro casa, perlopiù benefici, si tiene lontano dalla superficie del colon. Si [leggi tutto]
Analizzando gli effetti provocati sul corpo dei topi dall’invecchiamento e dalla dieta, in particolare sull’epitelio intestinale, i ricercatori hanno scoperto che questi due fattori possono influenzare la regione del proteoma. [leggi tutto]
Bisogna ascoltare sempre la “chiamata alle feci” quando arriva la voglia di andare in bagno: lo spiega su The Conversation Martin Veysey, un gastroenterologo e medico generico che ricopre diversi [leggi tutto]
Un composto organico che è prodotto dalla normale flora intestinale umana potrebbe essere utilizzato per contrastare il diabete o per nuovi trattamenti per questa patologia secondo un nuovo studio pubblicato [leggi tutto]
Condividi questo articolo
Panoramica privacy
Usiamo i cookie per migliorare l'esperienza sul sito
Cookie strettamente necessari
I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Cookie di terze parti
Questo sito Web utilizza Google Analytics per raccogliere informazioni anonime come il numero di visitatori del sito e le pagine più popolari. questo sito usa anche il servizio Clicky per la raccolta delle statistiche. Per tutte le informazioni clicca qui: Privacy e disclaimer
Mantenere abilitato questo cookie ci aiuta a migliorare il nostro sito Web.
Attiva i cookie strettamente necessari così da poter salvare le tue preferenze!