
Una centrale elettrica solare nello spazio, in orbita intorno alla Terra? Non è fantascienza ma è il progetto a cui stanno realmente lavorando ricercatori ed ingegneri dell’Accademia dello Spazio Cinese. Una volta raccolta l’energia solare nello spazio, questa centrale sarebbe poi capace di ritrasmetterla sulla Terra ad altre centrali che ne consentirebbero l’accumulo e il normale utilizzo. Questo significa che sarebbe possibile sfruttare l’energia solare 365 giorni su 365, anche quando ci sono nuvole e pioggia.
È proprio il processo di riportare l’energia accumulata sulla Terra quello più difficile da attuare ed è a questo che gli ingegneri cinesi stanno lavorando. I dettagli forniti dai cinesi sono pochi ma si pensa che l’unico modo per trasmettere livelli di energia del genere in maniera relativamente sicura sia utilizzare un laser oppure un raggio a microonde, che permetterebbe una certa precisione e poca dispersione.
Una centrale del genere, tra l’altro, potrebbe fornire energia anche a veicoli spaziali direttamente nello spazio, una soluzione di certo più proficua del trasporto di immense batterie che devono partire insieme ai razzi dalla Terra, cosa che naturalmente fa alzare i costi tantissimo.
E questo senza mettere in conto la soluzione, sostanzialmente tutto d’un tratto, dei problemi legati all’ambiente con l’energia che, soprattutto in Cina, viene prodotta sostanzialmente dei combustibili fossili.
Gli scienziati cinesi impegnati nel progetto credono di poter lanciare una piccola centrale solare nella stratosfera già tra il 2021 e il 2025. Il passo successivo, dopo questa prima fase “sperimentale”, dovrebbe essere il lancio di una stazione solare più grande che produrrebbe megawatt di energia, dagli anni 2030.
Americani non stanno a guardare
Non si tratta comunque di una novità assoluta da parte dei cinesi: ad un progetto simile stanno lavorando anche gli americani (al lavoro ci sono ingegneri della Caltech in collaborazione con la Northrop Corporation; nome del progetto: Space Solar Power Initiative o SSPI).