
Sarebbero circa 2,5 miliardi i Tyrannosaurus Rex esistiti sul nostro pianeta secondo una ricerca realizzata da Charles Marshall dell’Università della California, Berkeley, e dai suoi colleghi. I ricercatori si sono basati su una regola conosciuta come “legge di Damuth”. Secondo questa “legge” c’è una relazione tra le dimensioni del corpo e la densità della popolazione di una specie, una relazione che può servire per stimare caratteristiche come densità, distribuzione, biomassa totale e persistenza della stessa specie.
Con questo metodo e con l’utilizzo di altri dati tra cui quelli relativi ai modelli climatici e alle posizioni dei resti fossili ritrovati, spiegano i ricercatori, sono riusciti a rilevare aspetti dell’ecologia della popolazione di tirannosauri precedentemente sconosciuti.
I ricercatori hanno calcolato, per esempio, che c’era un Tyrannosaurus Rex ogni 100 km quadrati nell’America del Nord. Un dato che, secondo Marshall, indica che c’erano contemporaneamente, in un dato momento, fino a 20.000 Tyrannosaurus Rex adulti in tutto il mondo.
Con questi dati hanno inoltre stimato la quantità totale di esemplari di Tyrannosaurus Rex da quando sono apparsi sulla terra fino a quando si sono estinti: 2,5 miliardi di esemplari nati nel corso di 127.000 generazioni in un periodo compreso tra 69 e 66 milioni di anni fa, il periodo indicativo della durata della specie che si è estinta, molto probabilmente e insieme a molte altre specie di dinosauri e animali, con l’impatto dell’asteroide al largo della costa del Messico avvenuto proprio circa 66 milioni di anni fa.
Hanno inoltre stimato il tasso di incidenza fossile: all’incirca solo uno su 80 milioni di tirannosauri morti è stato caratterizzato dalla fossilizzazione dei suoi resti (non tutti ritrovati dagli esseri umani, naturalmente).
Ovviamente si tratta di stime e le incertezze non mancano. Ad esempio, come spiegano i ricercatori nell’abstract dello studio:[2] le incertezze sui valori potrebbero estendersi per più di due ordini di grandezza.