
Circuiti elettrici ad alte prestazioni innestati in plastica stampata in 3D: è quello che hanno realizzato alcuni ingegneri della Rutgers University-New Brunswick secondo i quali si nuovi dispositivi potrebbero essere utilizzati per costruire droni più piccoli versati nonché per satelliti di dimensioni contenute, ad esempio i cosiddetti CubeSat, per l’ingegneria biomedica e in generale per i dispositivi intelligenti come i sistemi di posizionamento globale o i sensori di luce, giusto per citarne due.
I ricercatori hanno fuso piccolissimi nanofili d’argento utilizzando degli impulsi di luce ad alta energia proveniente da una lampada allo xeno per creare dei circuiti che, secondo quanto dichiara il comunicato stampa che presenta lo studio pubblicato su Additive Manufacturing , riescono a condurre l’elettricità 10 volte meglio rispetto alle tecnologie simili attuali.
Aumentare la conducibilità vuol dire ridurre il consumo dell’energia, poter realizzare batterie più piccole e dunque prolungare la durata dei dispositivi nonché migliorarne in generale le prestazioni.
Rajiv Malhotra, professore presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale, dichiara quanto segue: “La nostra innovazione mostra una notevole promessa per lo sviluppo di un’unità integrata – utilizzando la stampa 3D e intensi impulsi di luce per fondere nanoparticelle d’argento – per l’elettronica”.
I circuiti elettrici sono incorporati in strutture di plastica stampate in 3D, fatte perlopiù di polimeri.