Civiltà tecnologiche rilevabili individuando pannelli solari o sostanze inquinanti in atmosfere

Credito: tombud, Pixabay, 1839496

Adam Frank, professore di fisica e astronomia presso l’Università di Rochester, che ha da poco ricevuto una borsa di studio da parte della NASA per cercare indizi di vita extraterrestre nel cosmo, fa alcune interessanti dichiarazioni in un comunicato apparso sul sito della sua stessa università.
Lo scienziato si dedicherà soprattutto alla scoperta delle cosiddette a “tecnofirme”, ossia segni rilevabili dal nostro pianeta che dimostrino senza dubbio che sono stati causati da una civiltà intelligente e tecnologica.

“SETI ha sempre affrontato la sfida di capire dove cercare”, spiega Frank. “A quali stelle punti il tuo telescopio e cerchi i segnali? Ora sappiamo dove guardare. Abbiamo migliaia di esopianeti tra cui pianeti nella zona abitabile in cui si può formare la vita. Il gioco è cambiato.”
Le tecno firme possono essere tantissime possono variare a seconda della civiltà che le ha causate.

Ad esempio una civiltà tecnologica, anche solo per poter esistere, dovrà trovare un modo per produrre dell’energia e ci sono diverse forme di energia che è possibile sfruttare nell’universo. La produzione stessa di energia lascia sempre qualche firma o qualche segno.
Il team di ricercatori di Frank, tuttavia, inizierà il proprio progetto esaminando due particolari e possibili tecnofirme che indicherebbero attività tecnologica su un altro pianeta. Si parla dei pannelli solari o di una tecnologia simile e delle sostanze inquinanti che, per forza di cose, una civiltà tecnologica deve produrre.

I pannelli solari sono lo sbocco più naturale da parte di una civiltà intelligente di produrre energia a basso costo. Le stelle, infatti, sono uno dei più potenti generatori di energia dell’universo e sfruttarne almeno in parte questo potenziale è la prima cosa a cui una civiltà tecnologica ed intelligente penserebbe per sopravvivere o progredire.
Se una data civiltà utilizza tecnologie solari all’avanguardia o semplicemente molti pannelli solari, questa luce riflessa causerebbe comunque una firma spettrale, ad una certa lunghezza d’onda, che potrebbe essere misurata dalla Terra, soprattutto con i futuri telescopi spaziali.
Per quanto riguarda le sostanze inquinanti, secondo Jason Wright, altro scienziato dell’Università statale della Pennsylvania che sta partecipando al progetto, ci sono molte probabilità che una civiltà intelligente e tecnologica produca particolari gas che poi vanno a finire nelle atmosfere dei loro pianeti.
Alcuni gas, invece, potrebbero essere prodotti dalla vita stessa, così come avviene sulla Terra con il metano o l’ossigeno.

Una civiltà industriale potrebbero produrre anche gas artificiali tra cui i cloroflourocarburi, gas che per esempio possono essere utilizzati come refrigeranti.
A seconda dell’artificialità o meno del gas rilevabile nell’atmosfera, si possono catalogare le loro firme chimiche che potrebbero indicare anche la presenza di una civiltà industriale.

Tutti questi dati e tutte le biofirme e tecno firme raccolte andranno a finire poi una biblioteca online che tutti gli astrofisici interessati alla ricerca della vita extraterrestre potranno utilizzare, anche come strumento comparativo durante le loro ricerche.

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