Classificate due nuove specie di anguille elettriche, una può scaricare 860 volt

Electrophorus electricus (credito: CC BY-SA 2.5, via Wikimedia Commons)

Un gruppo di ricerca del National Museum of Natural History ha scoperto l’esistenza di altre due specie di anguille elettriche dell’area amazzonica.

I risultati, riportati su Nature Communications, fanno comprendere quanto ancora ci sia da scoprire su questo strano animale che emette elettricità attraverso l’acqua per stordire le prede o anche per difendersi.
In precedenza si credeva che le anguille elettriche del bacino amazzonico, che vivono perlopiù in fiumi, ruscelli e paludi, appartenessero ad un’unica specie, la Electrophorus electricus.

Tuttavia con questo nuovo studio i ricercatori hanno compreso, analizzando il DNA di vari esemplari, che l’anguilla elettrica del bacino amazzonico è in realtà divisa in tre specie che qualche milione di anni fa avevano un antenato comune. Tutte le specie hanno una propria distribuzione geografica nel contesto sudamericano.

La Electrophorus electricus, che una volta si credeva diffusa in tutto il mondo, si trova perlopiù nell’area dell’Escudo Guayanés, una formazione geologica precolombiana dove si trovano alcune delle cascate più spettacolari al mondo.
La Electrophorus voltai, una delle due nuove specie classificate, vive nella regione dello scudo brasiliano mentre l’Electrophorus varii, l’altra nuova specie classificata, è maggiormente presente in acque torbide e più pianeggianti.

Queste tre specie derivano da due gruppi di anguille elettriche che iniziarono ad evolversi nelle aree del Sudamerica circa 7,1 milioni di anni fa.
L’antenato comune della E. voltai e della E. electricus viveva nelle acque limpide degli antichi altopiani mentre l’antenato della E. varii viveva nelle acque di pianura più torbide.

Queste ultime erano in particolare più ricche di minerali e quindi queste anguille conducevano l’elettricità in maniera più efficiente.
E. voltai ed E. electricus hanno cominciato a divergere a livello evoluzionistico circa 3,6 milioni di anni fa.

I ricercatori hanno inoltre scoperto che la E. voltai può scaricare fino a 860 volt di elettricità, più delle altre due specie, cosa che la rende l’animale generatore di bioelettricità più potente tra quelli conosciuti.
Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications.

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