Grazie alle analisi di resti ossei ritrovati nel Nuovo Messico, Stati Uniti, un team di ricercatori ha classificato un nuovo dinosauro piumato vissuto in Nordamerica circa 67 milioni di anni fa.
Denominato Dineobellator notohesperus, si tratta di una delle ultime specie di dinosauri rapaci sopravvissuti. Il lavoro è stato condotto dal ricercatore Steven Jasinski dell’Università della Pennsylvania e lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports.
Il primo ritrovamento dei fossili, che poi hanno portato alla classificazione di un nuovo dinosauro mai individuato precedentemente, è stato effettuato nel 2008 da Robert Sullivan del Museo di storia naturale del New Mexico ad Albuquerque.
Alla nuova specie è stato dato il nome ufficiale di Dineobellator notohesperus, che significa “guerriero navajo del sud-ovest”, denominazione in onore delle tribù di nativi che abitano ancora oggi in quest’area.
Cugino del Velociraptor, il notohesperus appartiene al gruppo dei dromaeosauridi, chiamati anche “dinosauri rapaci”, diventati noti grazie alla serie di film di Jurassic Park. Tuttavia questa specie non era molto grossa: alto circa un metro e lungo circa due metri, il notohesperus era un piccolo predatore leggero ed agile.
Proprio per le dimensioni contenute, i resti di queste specie sono abbastanza rari, soprattutto per quanto riguarda le zone meridionali del Nordamerica. I resti di dromaeosauridi, infatti, sono stati perlopiù ritrovati negli Stati Uniti settentrionale, nel Canada e in alcune aree dell’Asia.
Le analisi dei resti ossei mostrano che si trattava di un dinosauro piumato. La conformazione delle zampe anteriori, che vantavano degli artigli, suggeriscono inoltre che il dinosauro poteva fletterle molto ampiamente, una cosa utile per aggrapparsi alla preda utilizzando forse anche le zampe posteriori per le prede più grosse, tra cui anche altri dinosauri.
Inoltre la coda presenta delle caratteristiche uniche: mentre per le altre tipologie di dinosauri “rapaci” la coda di solito è diritta che irrigidita, la coda del Dineobellator notohesperus doveva essere molto flessibile alla base, cosa che permetteva all’animale di utilizzare la stessa come un timone.
“Pensa a cosa succede con la coda di un gatto mentre corre”, spiega Jasinski. “Mentre la coda stessa rimane dritta, si muove costantemente mentre l’animale sta cambiando direzione. Una coda rigida che è altamente mobile alla sua base consente una maggiore agilità e cambi di direzione e potenzialmente aiutava il Dineobellator a inseguire le prede, specialmente in habitat più aperti.”