Un collegamento tra l’inquinamento atmosferico e i tassi più alti di malattie renali è stato trovato da uno studio pubblicato su JASN. Questo studio mostra che l’inquinamento atmosferico non ha effetti negativi solo per quanto riguarda il sistema cardiopolmonare ma anche sui reni, ossia organi che, almeno ad una prima osservazione, non sembrerebbero direttamente collegati alle particelle presenti nell’aria che invece possono essere inalate dei polmoni.
Il team di ricercatori ha analizzato i dati di più di 47.000 persone provenienti dalla Cina stimando i livelli di inquinamento dell’atmosfera nei pressi delle residenze di ciascun soggetto dato che il database conteneva anche gli indirizzi di residenza.
I ricercatori notavano che per ogni aumento di 10 μg/m3 di concentrazione di particolato fino nell’aria (PM2,5) c’era un aumento della probabilità di contrarre malattie renali di 1,3 volte. Il collegamento risultava più forte nelle città, nei maschi, nei più giovani e in quei soggetti che non avevano malattie concomitanti.
Come spiega Luxia Zhang, uno degli autori dello studio, il livello di particolato fine presenti nelle atmosfere delle città cinesi superano ancora oggi, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, i limiti consigliati dall’organizzazione mondiale della sanità.
Approfondimenti
- Long-Term Exposure to Ambient PM2.5 and Increased Risk of CKD Prevalence in China | American Society of Nephrology (IA) (DOI: 10.1681/ASN.2020040517)