
Un articolo pubblicato su The Conversation[1] e firmato da Catherine Norton esplora i benefici del consumo di insetti per affrontare due sfide globali: l’invecchiamento della popolazione e il cambiamento climatico.
Un supercibo per gli anziani
In Irlanda, come in molti altri Paesi, la popolazione sta invecchiando rapidamente. Questo comporta un aumento del bisogno di proteine per mantenere salute, muscolatura e autonomia. Tuttavia, spesso gli anziani non ne assumono abbastanza. Gli insetti, ricchi di proteine di alta qualità e micronutrienti come ferro e zinco, si presentano come una possibile soluzione efficace e nutriente.
Una risposta sostenibile alla crisi climatica
Le fonti proteiche tradizionali, come manzo o pollo, hanno un impatto ambientale elevato. L’allevamento di insetti, al contrario, richiede meno spazio, meno acqua e produce molte meno emissioni. Ad esempio, i grilli necessitano di dodici volte meno mangime rispetto al bestiame per produrre la stessa quantità di proteine. Una svolta potenziale per ridurre l’impronta ecologica del nostro sistema alimentare.
Il fattore psicologico e il ruolo dell’educazione
Nonostante i vantaggi, la reazione iniziale di molti irlandesi all’idea di mangiare insetti è negativa. Il disgusto, la paura del nuovo e la scarsa conoscenza di come cucinarli rappresentano ostacoli importanti. Tuttavia, quando le proteine di insetto vengono nascoste in prodotti familiari – come pane o barrette – l’accettazione aumenta. L’informazione gioca un ruolo chiave: sapere che questi alimenti sono nutrienti e sostenibili può cambiare le opinioni.
Verso un cambiamento culturale
Per normalizzare il consumo di insetti servono regole chiare e una comunicazione efficace. Anche scuole, università e gruppi comunitari possono contribuire con degustazioni e dimostrazioni culinarie. Una strategia che unisce scienza, educazione e marketing potrebbe rendere gli insetti una presenza stabile nelle nostre diete. E non è fantascienza: è un futuro possibile, e forse inevitabile.