
La copertura per quanto riguarda i sistemi di comunicazione delle reti cellulari può diventare talvolta un problema in talune zone. Ad esempio l’attuale tecnologia dietro le reti cellulari non tiene conto delle differenze di altitudine: le emissioni delle stazioni cellulari, le cosiddette celle, sono piatte, considerabili come bidimensionali. Il che porta alle cosiddette “zone cieche”, zone nelle quali il segnale non arriva perché poste ad una determinata altezza, non raggiunta dalle onde.
Un gruppo di ricercatori dell’Università RUDN, in Russia, propone, tramite una ricerca pubblicata su IEEE Transactions on Vehicular Technology, un nuovo metodo per sopperire proprio a questa problematica.
Basterebbe infatti utilizzare i droni che potrebbero fungere da celle volanti. Sarebbe infatti possibile realizzare veri e propri access point in volo per gli utenti delle reti cellulari e per amplificare i segnali delle reti mobili.
Tramite simulazioni 3D, fatte con calcoli di geometria stocastica (una disciplina che unisce geometria e teoria della probabilità), i ricercatori si sono infatti accorti che un sistema del genere potrebbe aumentare la copertura di una rete cellulare di circa il 40%, come dichiara Konstantin Samuylov, uno degli autori dello studio.
Questi velivoli senza equipaggio potrebbero infatti emettere onde millimetriche direzionali con frequenze più ampie e con un livello di energia più grande aumentando significativamente la velocità di trasferimento dei dati.