
La cometa 67P, conosciuta anche con il nome di Churyumov–Gerasimenko, ha effettuato il suo passaggio ravvicinato alla Terra ieri 12 novembre. La cometa fu l’obiettivo della missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea quando una sonda, partita dalla Terra nel marzo del 2004, si incontrò al perielio della cometa nell’agosto del 2015. La sonda Rosetta fece atterrare sulla cometa un piccolo veicolo denominato Philae il quale poi ha scattato alcune immagini rimaste nella storia dell’astronomia. La lunga missione durò fino al settembre del 2016 quando la sonda Rosetta, che stava ancora orbitando intorno alla cometa, fu fatta schiantare sulla sua superficie.
La cometa fu scoperta tramite le analisi di immagini scattate da vari telescopi nel 1969 dagli astronomi dell’Unione Sovietica Klim Ivanovich Churyumov e Svetlana Ivanovna Gerasimenko. Sin da allora si comprese che l’orbita della cometa era posizionata in maniera molto efficace per l’osservazione della Terra e da allora è stata esaminata in diversi modi fino a quando si è deciso di mandare una sonda sulla sua superficie.
La cometa ha raggiunto il punto più vicino alla Terra il 12 novembre transitando ad una distanza di 62,8 milioni di chilometri (all’incirca 0,42 unità astronomiche).
Dopo l’avvicinamento l’orbita della cometa comincerà divergere allontanandosi dalla Terra. Si calcola che l’avvicinamento effettuato ieri dalla cometa sarà il più vicino in assoluto dei prossimi 193 anni. Un avvicinamento simile, infatti, dovrebbe avvenire di nuovo solo nell’anno 2214.[1]
L’occasione verificatasi ieri, dunque, è stata una delle ultime per osservare a distanza relativamente ravvicinata questo noto pezzo di roccia e ghiaccio per questa generazione di astronomi e per diverse altre di qui in avanti.