Il 28 luglio è finalmente iniziata a Cadarache, nella Francia meridionale, la costruzione del più grande impianto a fusione nucleare a livello mondiale.
Il suo nome è ITER e sarà operativo tra cinque anni, grazie alla collaborazione internazionale tra vari stati del mondo, con l’obiettivo comune di verificare la validità della fusione nucleare come fonte utilizzabile di energia.
Durante la fusione nucleare viene prodotta energia elettrica grazie all’energia sprigionata dalla fusione di due atomi in uno più grande. Se la produzione di questo tipo di energia sarà economicamente vantaggiosa, rappresenterà una vera innovazione per il futuro.
Questo progetto è molto ambizioso in quanto concepisce un reattore che possa produrre elettricità in maniera assolutamente sicura.
I reattori saranno ospitati in un edificio molto grande, con uno di essi che avrà un peso di 23.000 tonnellate e al suo interno dei magneti superconduttori che saranno connessi tra loro da un totale di 200 chilometri di cavi.
La grandezza di questo reattore non ha precedenti e grazie a questo miracolo dell’ingegneria sarà possibile produrre energia in maniera più pulita, rispetto alla classica fissione.
La fissione nucleare, al contrario della fusione, produce infatti delle scorie radioattive e funziona tramite la combustione dei combustibili fossili.
Le parole d’ordine che hanno guidato questo progetto sono state energia pulita, per poter rispettare l’ambiente e agire in maniera meno dannosa, anche per gli esseri viventi.
La fusione presenta delle criticità dovute all’enorme dispendio di energie e risorse, che ITER cercherà di arginare. Gli sviluppatori del progetto ritengono infatti che tramite l’utilizzo di metodi alternativi si potrà raggiungere il grande obiettivo di ottenere sufficiente energia utilizzabile.
Gli ingeneri e i progettisti si dichiarano positivi e fiduciosi, poichè se l’impianto funzionerà a dovere si potranno produrre scorte di energia pulita senza scorie e in maniera sicura per il pianeta.
Quando la costruzione di ITER sarà terminata, nel 2025, si potrà forse capire se è possibile davvero produrre un plasma diffusione che produca più potenza di quella che ci vuole per riscaldare lo stesso plasma, qualcosa che potrebbe avere importanti ripercussioni sul futuro delle risorse energetiche della Terra.