
Il montaggio del rilevatore sotterraneo relativo all’esperimento LUX-ZEPLIN è pressoché completato. Gli scienziati e i tecnici hanno infatti finito di assemblare l’ultimo pezzo mancante, la camera a proiezione temporale (Time Projection Chamber, TPC) allo xeno liquido, nei pressi della Sanford Underground Research Facility, Dakota del Sud.
Si spera che questo rilevatore possa essere d’aiuto ai fini della comprensione delle basi costituenti della materia oscura.
L’assemblaggio del rilevatore ha visto il lavoro di 250 ricercatori e tecnici altamente qualificati provenienti da 37 istituzioni internazionali.
La produzione delle migliaia di componenti che sono servite per assemblare lo stesso rilevatore è iniziata nel 2015 ed è terminata a dicembre del 2018.
Ora l’ultima fase vedrà l’inserimento del rilevatore in una camera criostatica che servirà mantenere molto basse le temperature dei sensori, dopodiché verrà portato ad 1,5 km di profondità in una miniera d’oro in disuso. La messa in moto dovrebbe avvenire entro la prima metà dell’anno prossimo.
Sotto terra, il rilevatore lavorerà a -100° centigradi e un’apposita camera sarà riempita con 10 tonnellate di xeno liquido. I ricercatori pensano infatti che gli atomi di xeno abbiano una probabilità maggiore di interagire con le ipotetiche particelle che formano la materia oscura, denominate anche WIMP.
Se una particella WIMP interagisce con un atomo di xeno dovrebbero essere prodotti due lampi di luce che sono naturalmente impercettibili all’occhio umano ma che potranno essere percepiti, almeno si spera, dal complesso sistema di tubi fotomoltiplicatori ultrasensibili di cui lo stesso rilevatore è dotato.
“Il TPC è un sistema complesso ed è un grande risultato averlo completamente assemblato. Ci avvicina di un passo importante alla ricerca della materia oscura”, afferma Tom Shutt, professore del Centro d’Accelerazione Lineare di Stanford (SLAC), uno degli istituti che ha collaborato al progetto.