Comprendere atmosfera terrestre per scoprire biofirme in esopianeti

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Capire come sulla Terra l’atmosfera si è evoluta nel corso del tempo in relazione alla presenza e al diffondersi della vita potrebbe aiutare non poco nella ricerca di pianeti extrasolari abitati da esseri viventi. A questa conclusione giunge un nuovo studio, pubblicato sull’ Astrophysical Journal e guidato da Sarah Rugheimer, astronoma e astrobiologa della Scuola di Scienze della Terra e dell’Ambiente presso l’Università di St Andrews.

Lo studio mostra come i ricercatori hanno analizzato varie ere geologiche della Terra dividendole in 4 macro gruppi: la storia prima dei microbi (3,9 miliardi di anni fa), quella dopo i microbi e con l’aumento considerevole della quantità di ossigeno nell’atmosfera (2 miliardi di anni fa), quello che combacia con il secondo grande aumento dell’ossigeno (800 milioni di anni fa) e quello odierno.

I ricercatori hanno analizzato in particolare le quantità di ossigeno, di metano e di biossido di carbonio in queste quattro epoche cercando di comprendere come questi livelli siano correlati alla vita, una comprensione che già da sola potrebbe aiutare a trovare biofirme i segni di vita sui pianeti extrasolari.

Anche se al momento sono necessari telescopi più grandi e più precisi (per quanto riguarda l’atmosfera degli esopianeti si prospetta una nuova con il nuovo telescopio spaziale Webb della NASA), queste prime ricerche sistematiche sull’atmosfera terrestre in relazione all’esistenza e al diffondersi della vita stessa sul nostro pianeta potrebbero rivelarsi presto molto utili.

Secondo la Rugheimer, nei prossimi anni troveremo moltissimi esopianeti dagli ambienti e dalle atmosfere molto variabili, “oltre la nostra più sfrenata immaginazione”. Si potranno creare moltissimi modelli partendo da come l’atmosfera è cambiata sulla Terra e da come quest’ultima ha interagito con la luce proveniente dalla sua stella, il Sole.

Fonti e approfondimenti

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