Computer quantistici, bit quantici connessi tramite la luce in un chip di silicio

Il silicio guadagna sempre più terreno nei confronti degli altri materiali per quanto riguarda i chip del futuro, ossia quelli da innestare nei futuri computer quantistici. Un’altra ricerca, pubblicata su Nature, condotta da ricercatori dell’Università di Princeton, dell’Università di Costanza e del Joint Quantum Institute, conferma il potenziale di questo materiale per quanto riguarda la connessione di bit quantici di informazione (qubit).

Il gruppo di ricerca è riuscito infatti a trasferire informazioni iln un computer quantistico da elettroni singoli incamerati in strutture di silicio costituite da punti quantici. Un computer quantistico che comunque si può definire basilare in termini computazionali in quanto dispone solo di due qubit.
Su questo computer sono stati eseguiti, in ogni caso, correttamente vari algoritmi quantistici standard.

Se generalmente i qubit di silicio devono restare l’uno accanto all’altro per funzionare in maniera corretta, questo sistema, tramite l’aggiunta di un magnete miniaturizzato, permette agli stessi qubit di interagire con i fotoni e questa interazione permette di comunicare a sua volta anche ai qubit sul silicio posti alle due estremità del chip.

Si tratta di un dispositivo per il momento meramente sperimentale ma la speranza è in ogni caso che questi chip di silicio possano essere scalati a livello strutturale fino a poter applicare questo sistema in un computer con un numero maggiore di qubit.
Secondo Guido Burkard, professore di fisica presso l’Università di Costanza, “Questo risultato fornisce un percorso verso il ridimensionamento di sistemi più complessi seguendo la ricetta dell’industria dei semiconduttori. Questa è la visione, e questo è un passo molto importante.”

Fonti e approfondimenti

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