
Secondo uno studio realizzato da ricercatori della McMaster University, una università canadese, il clorpirifos, un comune pesticida, potrebbe essere responsabile, naturalmente solo in misura parziale, dell’epidemia di obesità in corso in molti paesi del mondo. Il pesticida in diverse zone del mondo viene spruzzato anche su piante che producono frutta e verdura per l’alimentazione umana mentre in altri paesi è vietato su questa tipologia di piante da coltivazione.[1]
Clorpirifos sembra rallentare combustione delle calorie
Nello specifico i ricercatori, che hanno svolto esperimenti sui topi, hanno scoperto che il pesticida tende a rallentare la combustione delle calorie nel tessuto adiposo bruno. Si tratta di un processo noto anche come termogenesi indotta dalla dieta e può essere causa di eccessivo immagazzinamento delle calorie, cosa che naturalmente aumenta il rischio di obesità.
Esperimenti sui topi
I ricercatori hanno svolto esperimenti su 34 pesticidi ed erbicidi usati comunemente valutando in particolare i loro effetti sulle cellule di grasso bruno dei topi.[1]
Gli animali usati per gli esperimenti venivano nutriti con diete ipercaloriche.
Grasso bruno è molto importante
Secondo, Gregory Steinberg, un professore di medicina alla McMaster nonché uno dei direttori del Center for Metabolism, Obesity, and Diabetes Research presso la stessa Università, autore senior dello studio, spiega che il grasso bruno è molto importante in quanto serve al corpo per bruciare le calorie. Si differenzia dal grasso normale che invece le immagazzina. Un grasso bruno che non funziona a dovere impedisce il consumo delle calorie e dunque queste ultime vanno a depositarsi nel grasso bianco normale.[1]
Diversi studi in passato hanno mostrato che il grasso bruno tende ad attivarsi maggiormente durante il freddo e quando si mangia.
Risultati da confermare sugli esseri umani
Steinberg spiega che il clorpirifos, per innescare l’obesità in una persona adulta, dovrebbe arrivare ad inibire l’uso di energia immagazzinata nel grasso bruno di 40 calorie al giorno, una situazione che vedrebbe un aumento di peso di 2,2 kg (5 libbre) all’anno.
“Sebbene i risultati debbano ancora essere confermati negli esseri umani, una considerazione importante è che, quando possibile, consumare frutta e verdura da fonti canadesi locali e, se si consumano prodotti importati, assicurarsi che siano accuratamente lavati”, spiega ancora Steinberg.[1]
Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications.[2]