
La pianificazione di una nuova missione spaziale è appena entrata nella fase ingegneristica. Si tratta della missione Hera, proposta dall’Agenzia Spaziale Europea, e che dovrebbe vedere una sonda avvicinarsi ad una coppia di asteroidi. Il corpo principale della coppia, denominato Didymos, è un asteroide di circa 780 metri di diametro.
Attorno ad esso orbita una sorta di “luna” di 160 metri di diametro, denominata Didymoon, che può vantare più o meno le stesse dimensioni della piramide di Giza.
un sistema binario di asteroidi è un ambiente del tutto nuovo in quantoammissioni del genere, sebbene questi sistemi non siano per nulla rari per quanto riguarda questa tipologia di corpo astronomico (il 15% degli asteroidi conosciuti fanno infatti parte di sistemi binari).
Il team dietro la missione Hera potrà contare sulla squadra che ha lavorato alla missione Rosetta e dunque non si tratta di personale proprio di “primo pelo” per quanto riguarda missioni verso gli asteroidi.
L’obiettivo principale della missione è ancora più affascinante: dopo aver mappato la piccola luna che orbita intorno all’asteroide più grande, tramite onde radio e laser, la sonda costruirà una mappa dettagliata della sua superficie nonché della struttura interna. E, proprio nel momento in cui la sonda Hera avrà raggiunto questo sistema, sarà una data storica perché per la prima volta si potrà misurare in maniera precisa lo spostamento di un corpo astronomico rispetto la sua orbita provocato da un artefatto umano.
Già nel 2022, infatti, un’altra missione organizzata dalla NASA, denominata Double Dereoid Redirection Test, o DART, vedrà l’impatto della sonda con Didymoon, impatto che procurerà uno spostamento, in particolare nella durata dell’orbita della piccola luna intorno all’asteroide principale. Si tratta di una missione che tra l’altro dovrà anche verificare l’eventuale possibilità che abbiamo di spostare un asteroide che possa pericolosamente impattare verso la Terra.
Inizialmente questo spostamento potrà essere misurato solo dalla Terra, e quindi da 11 milioni di chilometri di distanza, ma quando la sonda della missione Hera si sarà avvicinata abbastanza, si potranno ottenere tutti i particolari, tra cui la forma del cratere nonché le proprietà fisiche e dinamiche relative a questo spostamento.