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Secondo un articolo apparso su Proceedings of the Royal Society B i conigli preferiscono mangiare piante ricche di DNA, cosa che li differenzia dagli invertebrati, come ad esempio insetti e lumache, che invece preferiscono piante con poco DNA.
Secondo gli stessi ricercatori, questa scoperta può rivelarsi importante per capire come gli ecosistemi vegetali rispondono alle pressioni esterne, non solo da parte dei predatori, ma anche a causa dei cambiamenti climatici.
Le dimensioni dei genomi delle piante possono variare in grande misura: i genomi di alcune piante possono infatti superare altri piccoli di ben 2400 volte, caratteristica che dimostra come le piante stesse siano influenzate dai diversi tipi di erbivori che le mangiano e come si siano evolute per cambiare, in maniera anche massiccia, la dimensione della proprio DNA.
Secondo Ilia Leitch, del Royal Botanic Gardens, Kew, dichiara a tal proposito: “Riteniamo che la dimensione del genoma debba essere considerata nei modelli ecologici che descrivono i processi ecologici. La funzionalità di questi modelli ecologici è essenziale se vogliamo stabilire una buona politica per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico, del cambiamento dell’uso del suolo, dell’eutrofizzazione del nostro ambiente e della conservazione delle nostre specie in via di estinzione”.
Fonti e approfondimenti
- SE – Rabbits like to eat plants with lots of DNA – Queen Mary University of London (IA)
- Interactions between plant genome size, nutrients and herbivory by rabbits, molluscs and insects on a temperate grassland | Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences (DOI: 10.1098/rspb.2018.2619) (IA)