Consumo di pesce e malattie vascolari celebrali, il legame individuato dai ricercatori

Credito: Yucel Tellici, FreeImages, 1327431

Un team di ricercatori dell’Università di Bordeaux ha analizzato i dati di più di 1600 persone per scoprire il collegamento tra il consumo alimentare del pesce e il rischio di malattie vascolari e di demenza ottenendo risultati molto interessanti. Come spiega il comunicato dell’Alzheimer’s Research UK, i ricercatori hanno trovato un collegamento tra un maggior consumo di pesce e un rischio più basso di malattie vascolari al cervello.[1] Lo studio è stato pubblicato su Neurology.[2]
Le malattie vascolari celebrali possono danneggiare i vasi sanguigni presenti nel cervello e ciò può essere considerato come un fattore di rischio per demenza vascolare e l’ictus.[1]

I dati

I ricercatori hanno analizzato i dati di 1623 soggetti con un’età superiore ai 65 anni senza precedenti di ictus, malattie cardiovascolari o di demenza. Tra i dati c’erano anche quelli delle risposte che gli stessi partecipanti hanno dovuto compilare in relazione ad un questionario sulle abitudini alimentari.
Gli stessi ricercatori hanno diviso i soggetti in quattro gruppi in base a quanto spesso mangiavano il pesce: meno di una volta settimana, una volta a settimana, due o tre volte a settimana o 4+ volte a settimana. Infine i ricercatori hanno analizzato anche vari segni che potevano condurre alla malattia dei vasi sanguigni nel cervello.[1]

I risultati

I ricercatori scoprivano che i soggetti che mangiavano più pesce mostravano un numero minore dei suddetti segni nei vasi sanguigni (rilevati tramite scansioni MRI del cervello) rispetto ai soggetti che mangiavano il pesce meno spesso.
Il collegamento risultava più forte per le persone con un’età tra i 65 e i 69 anni mentre per le persone con un’età superiore a 75 anni il collegamento diventava non più significativo.[1]

Studio limitato

Come spiegano i ricercatori, però, si tratta di uno studio limitato sulla base del quale non si possono ottenere risultati riguardanti la salute del cervello a lungo termine. Ad esempio ai soggetti è stata fatta una singola scansione cerebrale mentre gli stessi partecipanti hanno riportato le loro abitudini alimentari che riguardavano perlopiù un singolo periodo della loro vita. Anche per questo non si possono stabilire causa ed effetto: potrebbero esserci altri fattori che hanno provocato le differenze nei segni della malattia vascolare cerebrale.[1]

Fattore dello stile di vita

Secondo Rosa Sancho, una delle responsabili dell’Alzheimer’s Research UK, anche se il rischio di demenza dipende da interazioni molto complesse inerenti anche fattori genetici, capire quali sono quei fattori ambientali, soprattutto quelli relativi allo stile di vita, che possono impattare maggiormente sulla salute del cervello è fondamentale per consentire alle persone di prendere decisioni appropriate.[1]

Note e approfondimenti

  1. People who eat more fish have fewer signs of vascular disease in the brain – Alzheimer’s Research UK (IA)
  2. Fish Intake and MRI Burden of Cerebrovascular Disease in Older Adults | Neurology (IA) (DOI: 10.1212/WNL.0000000000012916)
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