Consumo d’uva, gli effetti sulla steatosi epatica nei topi

Credito: Nowaja, Pixabay, ID: 7393372

Un nuovo studio analizza il collegamento tra l’uva e la sua capacità di mitigare gli effetti di una dieta ricca di grassi saturi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Foods. I ricercatori volevano in particolare capire l’impatto del consumo dell’uva sull’espressione genica del fegato, sul metabolismo dei lipidi e sulla steatosi epatica non alcolica, una delle malattie del fegato più diffuse.

Hanno alimentato alcuni topi con un supplemento di polvere d’uva, un’integrazione equivalente al consumo di circa 300 grammi d’uva da parte di un individuo umano di 70 kg ogni giorno. I ricercatori scoprivano che i topi che avevano mangiato il supplemento d’uva mostravano, tra i vari effetti positivi, un arricchimento dei geni ribosomiali, più alti livelli di antiossidanti, e migliori livelli di disintossicazione.

Si tratta di risultati che, come spiegano i ricercatori nell’abstract dello studio, suggeriscono che il consumo dell’uva abbia un buon potenziale per quanto riguarda la modulazione dell’espressione genica epatica e nel prevenire il danno ossidativo. L’uva, inoltre, sembra agevolare il metabolismo degli acidi grassi, migliorare la steatosi epatica non alcolica. La stessa uva, inoltre, aumentava la longevità dei topi quando questi portavano avanti una dieta ricca di grassi.

Note e approfondimenti

  1. Eating grapes may reduce the risk of fatty liver disease
  2. Foods | Free Full-Text | Consumption of Grapes Modulates Gene Expression, Reduces Non-Alcoholic Fatty Liver Disease, and Extends Longevity in Female C57BL/6J Mice Provided with a High-Fat Western-Pattern Diet (DOI:/10.3390/foods11131984)
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