Contatto con oggetto di civiltà aliena: come dovremmo comportarci?

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Quando pensiamo ad un contatto con una civiltà extraterrestre o con una traccia che ne dimostra l’esistenza spesso pensiamo alle intercettazioni radio, così come molti film di fantascienza ci hanno insegnato. In effetti scandagliare il cosmo tramite le onde radio è uno dei metodi più efficienti, considerando anche i costi, per tentare di approcciare ad un “primo contatto”. Esistono già diversi protocolli che dovrebbero essere messi in atto qualora questo primo contatto avvenisse davvero e anche mentalmente ci siamo un po’ preparati a questa evenienza.

Primo contatto potrebbe avvenire a livello molto più materiale

Tuttavia, come fa notare in un articolo su Medium Avi Loeb, noto astrofisico e cosmologo israelo-americano, nonché professore ad Harvard, che più volte ha trattato l’argomento, un primo contatto potrebbe avvenire anche ad un livello molto più materiale. In sostanza potremmo scoprire all’interno del sistema solare un manufatto alieno, molto probabilmente una navicella o una sonda dotata di una propria intelligenza artificiale con la quale ricerca informazioni nel cosmo.
Come fa notare Loeb, non esiste un protocollo in relazione a ciò che dovremmo fare se intercettassimo una sonda o un oggetto alieno nelle nostre vicinanze.

Si dovrebbero soppesare i rischi e i benefici

Secondo il ricercatore si dovrebbero soppesare i rischi e i benefici riguardo alle indagini che dovremmo condurre in relazione a questo oggetto. Una linea di azione più sicura sarebbe quella di utilizzare metodi passivi per raccogliere il maggior numero di dati possibili riguardo all’oggetto. In ogni caso dovrebbero essere coinvolte le Nazioni Unite e le decisioni non dovrebbero essere lasciate ai “capricci” di una sola nazione o addirittura di un solo team di scienziati.

Difficile prevedere cosa fare

In ogni caso, secondo il ricercatore è difficile prevedere quali dovrebbero essere i passi da seguire: l’albero decisionale su cosa fare e su cosa non fare in una situazione del genere si svilupperebbe in base alle proprietà e al comportamento dell’oggetto stesso. Troppe incognite ci sono in gioco per poter sviluppare un protocollo troppo dettagliato.

Decisioni andrebbero prese in tempo reale

In sostanza, le decisioni andrebbero prese in tempo reale e dovrebbero coinvolgere un ventaglio di persone dalla più ampia mentalità possibile. Sarebbe un gran danno, per esempio, considerare l’oggetto un “cavallo di Troia” per poi sbagliarsi così come potrebbe essere troppo pericoloso il contrario. Nel team ci vorrebbero di sicuro, oltre ad esperti di crittografia e scienziati informatici, anche dei linguisti.

Dovremo far ricorso all’intelligenza artificiale

Inoltre potrebbe esserci bisogno dei nostri sistemi di intelligenza artificiale per capire le caratteristiche di quello che, molto probabilmente, sarà un oggetto dotato di intelligenza artificiale, quasi sicuramente ancora più evoluta della nostra che, a tutti gli effetti, sta ancora emettendo i suoi primi vagiti.

Note e approfondimenti

  1. Protocol for Contact with Extraterrestrial Equipment | On the Trail of the Saucers (IA)
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