
Un approccio innovativo per quanto riguarda il contrasto alle crisi epilettiche per quelle persone che hanno subito un trauma cranico è stato trovato da un gruppo di ricercatori dell’Università del Texas a San Antonio (UTSA).
Secondo i ricercatori è possibile rallentare la progressione dell’epilessia con un processo che vede la rimozione dei neuroni neonati.
È ciò che hanno scoperto i ricercatori eseguendo degli esperimenti sui topi. Gli stessi ricercatori credono che il metodo possa essere utilizzato con successo anche sugli esseri umani.
Il metodo potrebbe attuarsi per tutte quelle persone che, a seguito di incidente o di un atto violento, subiscono delle lesioni al cervello. Queste persone, infatti, hanno un rischio maggiore di sviluppare convulsioni.
Queste ultime avvengono perché i nuovi neuroni che si sono generati dopo la lesione cerebrale non migrano oppure non si sviluppano normalmente e possono dunque contribuire allo sviluppo dell’epilessia.
Durante gli esperimenti i ricercatori rimuovevano sistematicamente i neuroni che si formavano nel corso delle otto settimane seguenti alla lesione nei topi. I risultati mostravano una riduzione del 65% dei casi di convulsioni rispetto ai topi non trattati.
“Ora sappiamo che possiamo rimuovere nuovi neuroni dopo le crisi iniziali. Anche se non possiamo fermare le prime convulsioni, possiamo provare a prevenire le crisi secondarie, il che è molto eccitante e può portare a nuove strategie terapeutiche”, dichiara Jenny Hsieh, una delle autrici dello studio e professoressa di biologia cellulare nonché direttrice del Brain Health Consortium dell’UTSA.
Approfondimenti
- UTSA reduces seizures by removing newborn neurons | UTSA Today | UTSA | The University of Texas at San Antonio (IA)
- Targeting seizure-induced neurogenesis in a clinically-relevant time-period leads to transient but not persistent seizure reduction | Journal of Neuroscience (IA) (DOI: 10.1523/JNEUROSCI.0920-19.2019 )
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