I pazienti più a rischio della infiammazione denominata “tempesta di citochine” a seguito di infezione da virus della COVID-19 potrebbero essere identificati tramite analisi del sangue secondo un nuovo studio pubblicato su Respiratory Research.
I professori Tom Wilkinson e Tristan Clark dell’Università di Southampton hanno infatti dimostrato che un esame del sangue specifico può aiutare a prevedere il rischio di iperstimolazione delle difese immunitarie innescate dal virus SARS-CoV-2, cosa che aiuterebbe ad iniziare lo specifico trattamento in tempo.
Cosa sono le citochine
Le citochine sono molecole presenti nel sangue per la segnalazione cellulare collegate alle infiammazioni a seguito di diverse infezioni. L’infiammazione stessa si rivela utile per innescare e guidare la risposta immunitaria del corpo. Tuttavia, soprattutto nei pazienti con un livello grave di COVID-19, questa reazione immunitaria può diventare eccessiva creando quella che è stata denominata dagli scienziati come “tempesta di citochine”.
Una volta superato un certo limite, la reazione immunitaria diventa dannosa, in particolare per le cellule e i tessuti del corpo, e nei casi più gravi può provocare la morte.
Identificare in tempo lo stato di reazione eccessiva da parte del sistema immunitario potrebbe rivelarsi molto utile per ridurre la gravità della COVID-19.
Cinque citochine indicatrici del livello di gravità di COVID-19
Per arrivare a questi risultati i ricercatori hanno analizzato il sangue di 100 pazienti positivi alla COVID-19 scoprendo che coloro che avevano livelli più alti di specifiche citochine (IL-6, IL-8, TNF, IL-1β e IL-33) all’interno del sangue erano quelli che poi si rivelavano più gravi e avevano bisogno di essere ricoverati in terapie intensive con tanto di supporto di ventilatore artificiale. Rilevare dunque queste citochine nel sangue in tempo può aiutare ad identificare i soggetti più a rischio di peggioramento.
Medicina di precisione per la COVID-19
Una volta identificate, si potrebbe far ricorso alla cosiddetta “medicina di precisione” per prendere di mira queste specifiche citochine.
“È sempre più evidente che COVID è altamente eterogeneo. Solo applicando queste tecniche per stratificare la condizione saremo in grado di indirizzare i meccanismi chiave della malattia con il miglior trattamento per l’individuo”, spiega Wilkinson nel comunicato stampa.
Approfondimenti
- Inflammatory phenotyping predicts clinical outcome in COVID-19 | Respiratory Research | Full Text (IA) (DOI: 10.1186/s12931-020-01511-z)