
Le evidenze relative al fatto che il tessuto adiposo ha un ruolo importante per quanto riguarda l’aggravamento della malattia COVID-19 risultano sempre più numerose man mano che gli studi vengono eseguiti. Secondo gli scienziati, le cellule adipose, dette anche adipociti, fanno da “serbatoio” per il nuovo coronavirus, il SARS-CoV-2.
Il risultato? Le persone con maggiore quantità di tessuto adiposo, gli obesi o le persone in sovrappeso, corrono il rischio di avere una carica virale più alta rispetto alle persone con un peso normale.
Inoltre gli stessi ricercatori hanno un sospetto: quando il corpo viene infettato dal virus SARS-CoV-2 le stesse cellule adipose tendono a rilasciare all’interno del sangue particolari sostanze che aumentano la reazione infiammatoria messa in atto dallo stesso organismo nei confronti del virus, una cosa di base non positiva perché può portare alla cosiddetta “tempesta di citochine”.
I ricercatori della Facoltà di Medicina dell’Università di San Paolo (FM-USP), Brasile, stanno eseguendo ricerche proprio sul rapporto tra le cellule del grasso e il livello di gravità della COVID-19.
I ricercatori hanno analizzando campioni di tessuto adiposo prelevati da persone con COVID-19 decedute oppure da persone che dovevano essere sottoposte ad interventi chirurgici e che a loro volta erano infette dal nuovo coronavirus.
I risultati preliminari di queste analisi mostrano che il virus può penetrare nelle stesse cellule adipose, anche perché queste ultime sono molto provviste del recettore ACE-2, quello che il virus usa per entrare nelle cellule.
Come spiega Marilia Cerqueira Leite Seelaender, professoressa del Dipartimento di Chirurgia Clinica ed una delle autrici dello studio, gli adipociti viscerali, ossia quelle cellule del grasso collocate in profondità nell’addome o intorno agli organi interni, possiedono una quantità maggiore di ACE2 rispetto alle cellule del tessuto adiposo sottocutaneo. Ne consegue, come spiega ricercatori, che “l’obesità viscerale tende ad essere ancora più dannosa per quanto riguarda COVID-19”.
Secondo la stessa Seelaender, l’ipotesi principale è che quando una persona ingrassa, il tessuto adiposo che si forma nel suo corpo diventa ipossico. Si tratta di una situazione in cui il corpo tende ad avere una quantità minore di ossigeno disponibile: “L’ipossia è di per sé una causa di infiammazione, quindi una delle cose che vogliamo indagare è se COVID-19 causa ipossia in adipociti”, rivela la ricercatrice.
I risultati di questo primo studio sono stati pubblicati su Advances in Nutrition mentre un più dettagliato comunicato che descrive questi stessi risultati è stato pubblicato sul sito della stessa università di San Paolo (primo link qui sotto).
Approfondimenti
- Study investigates whether adipose tissue is the source of inflammatory factors that aggravate COVID-19 | AGÊNCIA FAPESP (IA)
- Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) and Nutritional Status: The Missing Link? | Advances in Nutrition | Oxford Academic (IA) (DOI: 10.1093/advances/nmaa125)