
La COVID-19, la malattia trasmessa dal coronavirus SARS-CoV-2 che ha causato una pandemia globale, può provocare, tra i vari sintomi, anche un deterioramento dell’udito. Si parla infatti di un “numero significativo di pazienti” nel comunicato stampa dell’Università di Manchester (vedi il link in basso) che riprende uno studio apparso sull’International Journal of Audiology.
Diversi pazienti dimessi dall’ospedale a seguito di ricovero per COVID-19, come riferiscono i ricercatori, hanno riportato un certo livello di deterioramento dell’udito.
Sono state 121 le persone, precedentemente ricoverate al Wythenshawe Hospital, sottoposte a questionari da parte di ricercatori. Ben 16 di esse (il 13,2%) riferivano di peggioramenti dell’udito.
Tra queste ultime la metà (otto persone) riscontravano l’acufene, una condizione per la quale il paziente “sente” dei rumori, spesso simili a ronzii, per il quale non c’è una causa esterna.
Si tratta dell’ennesimo studio che mostra che la COVID-19 non è solo una patologia polmonare o una influenza un po’più grave ma una malattia che determina varie tipologie di sintomi e condizioni e gli esperti credono che diverse di queste conseguenze possano sussistere anche sul lungo periodo a seguito della guarigione.
“Sappiamo già che virus come il morbillo, la parotite e la meningite possono causare perdita dell’udito e coronavirus possono danneggiare i nervi che trasportano informazioni e dal cervello. È possibile, in teoria, che COVID-19 possa causare problemi con parti del sistema uditivo tra cui l’orecchio medio o la coclea. Ad esempio, la neuropatia uditiva, un disturbo dell’udito in cui la coclea funziona ma la trasmissione lungo l’udito il nervo al cervello è compromesso potrebbe essere una caratteristica”, spiega Kevin Munro, un professore di audiologia dell’Università di Manchester.
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