Due anticorpi neutralizzanti per il virus della COVID-19, il SARS-CoV-2, sono stati identificati da un gruppo di ricercatori. Gli anticorpi sono stati isolati in questo caso da un paziente guarito dalla malattia e, secondo i ricercatori, tendono a legarsi al picco glicoproteico del coronavirus e bloccano la capacità della proteina spike di legarsi al recettore ACE2 degli esseri umani e quindi tendono a limitare le possibilità del virus di entrare nelle cellule.
I ricercatori hanno già testato gli anticorpi sui topi e su questi ultimi portavano ad una diminuzione del numero dei virus che riuscivano ad entrare nelle cellule. Proprio per questo i ricercatori credono che potrebbero fornire gli stessi benefici anche negli esseri umani.
Gli anticorpi, denominati B38 e H4, sembrano avere la capacità di legarsi contemporaneamente epitopi diversi sul dominio di legame del recettore della spike (RBD), e proprio l’azione neutralizzante di entrambi anticorpi potrebbe fornire un effetto rafforzante, in tal senso, maggiore di quello che potrebbe avere un solo anticorpo. Tale previsione sarebbe stata supportata anche da esperimenti in vitro.
Il vantaggio? Se il virus dovesse mutuare ci sarebbe la possibilità che almeno uno dei due anticorpi conservi la sua attività neutralizzante. Proprio per questo i ricercatori credono che un “cocktail” che contenga entrambi gli anticorpi potrebbe fornire un beneficio maggiore per gli esseri umani ma naturalmente andranno condotte sperimentazioni cliniche per averne conferma.