
È stata finora trovata solo in pazienti del Sudafrica e del Botswana (più un caso ad Hong Kong ma si tratta di un viaggiatore dalla Sudafrica) la nuova variante proposta dagli scienziati per quanto riguarda il virus SARS-CoV-2 che ha scatenato la pandemia di COVID-19 in corso. È stata per una denominata B.1.1.529 ma probabilmente sarà denominata con una delle lettere dell’alfabeto greco dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, come spiega BBC news.[1]
Nuova variante B.1.1.529
La nuova variante B.1.1.529 , come spiega il professore Tulio de Oliveira, responsabile di un centro di ricerca epidemico del Sudafrica, presenta una “costellazione insolita di mutazioni” e risulta essere molto diversa dalle altre varianti del SARS-CoV-2 scoperte fino ad ora, cosa che ha cominciato fin da subito a preoccupare gli scienziati.[1]
Ad oggi gli scienziati hanno scoperto 77 casi di questa variante nella provincia di Gauteng , Sudafrica, quattro in botswana e uno ad Hong Kong. Quest’ultimo paziente era arrivato dal Sudafrica in Cina ed era doppiamente vaccinato.[2]
Cinquantina di mutazioni
Nel corso di una breve conferenza stampa con i media, , come riferisce il sito di BBC news, il ricercatore ha affermato che la nuova variante presenta una cinquantina di mutazioni di cui più di 30 presenti nella proteina spike, la proteina che l’obiettivo principale della gran parte dei vaccini creati appositamente per il nuovo coronavirus.
Inoltre il dominio di legame del recettore, una sezione del virus che è una delle prime ad entrare in contatto con le cellule del corpo, presenta 10 mutazioni: un balzo in avanti rispetto alle sole due mutazioni in questa sezione che caratterizzano la variante delta che sta riportando di nuovo diverse zone del mondo nell’incubo.[1]
Mutazioni dannose o insignificanti?
Ora si deve capire se queste mutazioni siano dannose oppure insignificanti ma la preoccupazione è che la nuova variante si presenti in maniera totalmente diversa dal virus originale emerso in Cina, virus sul quale sono stati poi realizzati i vaccini.
Richard Lessells, professore all’Università di KwaZulu-Natal in Sudafrica, si dichiara preoccupato: questa nuova variante potrebbe infatti essere caratterizzata da una trasmissibilità più grande e, cosa ancora peggiore, potrebbe aggirare meglio il sistema immunitario umano.[1]
Esempi negli ultimi mesi non aiutano a capire
Secondo Ravi Gupta in passato abbiamo avuto esempi di varianti che riuscivano ad evitare il sistema immunitario ma che poi si sono rivelate più innocue oppure varianti con un alto tasso di infettività ma con una abilità di evitare il sistema immunitario modesta. È quest’ultimo il caso della variante delta che, rispetto alle altre si è diffusa più velocemente.[1]