
Un nuovo sensore fatto di nanoparticelle che riesce a distinguere tra la polmonite virale e la polmonite batterica è stato realizzato da un team di ricercatori del MIT.
Come spiega Sangeeta Bhatia, un professore di scienze e tecnologie della salute al MIT e uno degli autori dello studio, gli agenti patogeni che ci attaccano sono molti e in alcuni casi, anche a seguito di test molto avanzati, l’agente patogeno non può essere identificato agevolmente. È il caso della polmonite: in alcuni casi è difficile capire se è una polmonite causata da un batterio oppure da un virus. E trattare una polmonite virale con antibiotici è un problema perché si contribuisce alla resistenza agli stessi antibiotici senza d’altronde ottenere risultati in termini di miglioramenti della salute del paziente.
Esperimenti sui topi
I ricercatori hanno realizzato esperimenti sui topi testando nuovi sensori basati su particolari nanoparticelle rivestite di peptidi che possono interagire con particolari proteasi. Le proteasi sono enzimi che scompongono le proteine e le modalità con cui si attivano possono essere usate per capire se l’infezione è di natura batterica o virale.
Il sensore è stato testato su diversi topi con vari tipi di polmonite causate dai batteri Streptococcus pneumoniae, Klebsiella pneumoniae e Haemophilus influenzae e dai virus dell’influenza e della polmonite.
Ricercatori hanno addestrato anche un algoritmo
I ricercatori hanno addestrato anche un algoritmo per analizzare i dati delle analisi delle urine dei topi e quindi utilizzare i sensori per distinguere tra i cinque agenti patogeni.
I ricercatori già pensano a sensori che possono essere usati in testa a domicilio ma c’è bisogno di molta più ricerca anche perché esperimenti sugli esseri umani non sono stati ancora condotti.