
Il tasso di crescita della crosta terrestre è stato più veloce e massivo nelle prime fasi della storia terrestre di quanto mai calcolato in precedenza secondo un nuovo studio apparso su Nature GeoScience e realizzato da ricercatori della Monash University.
La crosta terrestre è lo strato della Terra più esterno ed è sostanzialmente quello da cui dipendiamo per la stragrande maggioranza delle nostre attività tanto che la sua stessa evoluzione nel corso del tempo ha modellato l’ambiente dove si è sviluppata la vita e quello in cui ci siamo sviluppati noi.
Il nuovo studio mostra che durante il primo miliardo di anni della storia della Terra si è formata una quantità di “proto-crosta” quattro volte maggiore di quella attuale tanto che il suo tasso di crescita deve essere rivisto secondo i ricercatori.
Alex McCoy-West, l’autore principale dello studio, per arrivare a questa conclusione ha utilizzato vari strumenti biochimici per comprendere la differenziazione e l’evoluzione della crosta terrestre tramite modellizzazioni.
I ricercatori hanno anche scoperto che il mantello, lo strato molto più profondo che si trova dopo la crosta, è rimasto costante in termini di crescita e composizione negli ultimi 3 miliardi e mezzo di anni. Proprio la composizione costante del mantello ha permesso i calcoli eseguiti da ricercatori riguardo alla massa e al volume della crosta sulla Terra primitiva.
Lo studio, secondo lo stesso McCoy-West, è importante soprattutto perché indica che questo processo di crescita tumultuoso e di riciclo della crosta nelle fasi iniziali della storia della Terra avrebbe reso impossibile l’evoluzione della vita per come la conosciamo oggi e che sostanzialmente essa è stata possibile solo quando la stessa crosta è diventata stabile.
Approfondimenti
- Extensive crustal extraction in Earth’s early history inferred from molybdenum isotopes | Nature Geoscience (IA) (DOI: 10.1038/s41561-019-0451-2)