Uno studio presentato al Congresso ESC 2020 mostra che il dapagliflozin è utile per ridurre il rischio di insufficienza renale nonché di morte per patologie cardiovascolari o di ricoveri per insufficienza cardiaca e di mortalità per tutte le cause nei soggetti con malattia renale cronica con o senza diabete di tipo 2.
Lo studio DAPA-CKD ha visto l’arruolamento di 4304 pazienti con un’età pari o superiore ai 18 anni provenienti da 21 paesi diversi. I pazienti venivano assegnati casualmente ad un gruppo che veniva trattato con 10 mg di dapagliflozin oppure ad un gruppo placebo più la cura standard (composta da farmaci ACE-inibitori o da bloccanti del recettore dell’angiotensina (ARB)).
Così spiega i risultati dello studio Hiddo JL Heerspink, l’autore principale dello studio nonché professore al Centro Medico Universitario di Groningen: “DAPA-CKD ha dimostrato che dapagliflozin riduce il rischio di peggioramento della funzione renale o morte per malattie cardiovascolari o renali in pazienti con malattia renale cronica con e senza diabete di tipo 2. I risultati evidenziano il potenziale del farmaco di avvantaggiare i pazienti con malattia renale cronica che necessitano di migliori opzioni di trattamento”.
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