Dati del traffico aereo per prevedere diffusione del virus della COVID-19

Lo strumento può per esempio prevedere i rischi di importazione di COVID-19 negli Stati Uniti dagli altri paesi (credito: rand.org)

Un nuovo strumento informatico che riesce a prevedere la diffusione del virus della COVID-19 tra la popolazione è stato sviluppato da un team di ricercatori di RAND Corporation.
Come riferisce il comunicato stampa emesso dalla stessa RAND, si tratta di un “nuovo strumento analitico […] che consente ai responsabili proclitici di prevedere rischi regionali di importazione di casi di COVID-19”.

Lo strumento, infatti, utilizza i dati sul traffico aereo globale oltre a quelli relativi ai tassi di infezione nei vari paesi per produrre una sorta di previsione.
Hanno fatto anche alcune previsioni “al passato”: ad esempio il 22 gennaio 2020 i vertici cinesi riferivano di contare solo 503 casi all’interno dei propri confini ma i ricercatori RAND, con questo nuovo strumento, stimano che quel numero fosse probabilmente di 18.700, un calcolo effettuato in base al numero di casi COVID-19 che erano già stati esportati dalla stessa Cina in altri paesi in quel periodo.

Il software utilizza lo strumento Air Traffic Visualization (CAT-V) che combina i tassi di infezione calcolati dai ricercatori della Johns Hopkins University con quelli dei viaggi aerei collezionati dall’International Air Transport Association. Essendo due database con grossi set di dati, i ricercatori sono in grado di fare delle stime abbastanza attendibili sul numero dei passeggeri infetti che possono entrare in una nazione da un’altra nazione.

Come specifica Christopher Mouton, ingegnere aerospaziale di RAND a capo del progetto, lo strumento usa i dati ufficiali relativi alle infezioni da COVID-19 riportati dei singoli paesi e quindi, qualora questi dati fossero inesatti o fuorvianti per un qualsiasi motivo, lo strumento stesso non può correggerli.

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