
Le paludi del delta del Mississippi, negli Stati Uniti, sarebbero “in uno stato di collasso irreversibile” secondo un comunicato stampa dell’Università di Tulane. I ricercatori hanno infatti prodotto uno studio, pubblicato su Science Advances, nel quale viene descritto che, a causa dell’innalzamento globale del livello del mare, le paludi nel delta del Mississippi si stanno avviando verso una sorta di punto di non ritorno: in sostanza le paludi verranno tutte risucchiate dall’acqua e si perderanno circa 15.000 km quadrati di zone umide costiere che rappresentano, tra l’altro, un habitat fondamentale per diverse specie.
I ricercatori hanno analizzato nuclei di sedimenti raccolti già dai primi anni 90 e così hanno potuto capire come l’innalzamento del livello del mare abbia avuto influenza su quest’area negli ultimi 8500 anni.
Torbjörn Törnqvist, professore di geologia nel dipartimento di Scienze della Terra e dell’ambiente e autore principale dello studio, spiega: “Precedenti indagini hanno suggerito che le paludi possono tenere il passo con i tassi di innalzamento del livello del mare fino a mezzo pollice all’anno (10 mm/anno), ma quegli studi si basavano su osservazioni su finestre temporali molto brevi, in genere alcuni decenni o meno”.
Secondo lo stesso ricercatore, il tasso di innalzamento del livello del mare, causato dal riscaldamento globale, avrebbe già superato un punto di non ritorno: questo significa che le paludi presto spariranno e lo faranno abbastanza velocemente nel prossimo futuro.
Secondo il ricercatore c’è ancora qualche possibilità per creare deviazioni fluviali in modo che almeno qualche zona del delta del Mississippi possa sopravvivere per un periodo di tempo più lungo ma la finestra di tempo per quest’opportunità si sta chiudendo presto.